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Concerto Dommengang del 28/10/2022



Kim Gordon - The CollectiveKim Gordon
The Collective
High On Fire - Cometh The StormHigh On Fire
Cometh The Storm
Cell Press - CagesCell Press
Cages
Pissed Jeans - Half DivorcedPissed Jeans
Half Divorced
Moor Mother - The Great BailoutMoor Mother
The Great Bailout
The Messthetics - And James Brandon LewisThe Messthetics
And James Brandon Lewis
Brat - Social GraceBrat
Social Grace
Gouge Away - Deep SageGouge Away
Deep Sage
The Body - & Dis Fig - Orchards of a Futile HeavenThe Body
& Dis Fig - Orchards of a Futile Heaven
Chelsea Wolfe - She Reaches Out To She Reaches Out To SheChelsea Wolfe
She Reaches Out To She Reaches Out To She

Raindogs

Savona

28/10/2022

Nel catalogo Thrill Jockey si nascondono delle primizie che rimangono sepolte per un motivo o per l'altro. Ad esempio gli americani Dommengang hanno pubblicato tre ottimi dischi ma non hanno mai avuto grande risonanza: ricordo buone recensioni di "No Keys" del 2019 e poco altro. Magari ero distratto io ma vedendo che la loro unica data in Italia è a Savona al Raindogs davanti ad una trentina di persone probabilmente non ero l'unico a non averli calcolati tanto.

Il trio si presenta con tutto l'armamentario da perfetta band retro rock: capelloni, armati di Orange, Gibson e Fender e inizia quasi subito a pestare, soprattutto il batterista che non smetterà un attimo di rullare come fosse in perenne assolo. Il basso iper distorto darà un ulteriore sconquassamento alle prime file mentre in proporzione la chitarra rimane fin troppo gentile e defilata.

Quello che salta all'occhio è un generale senso di precarietà di una band che ha bisogno di maturare un po' più di esperienza sui palchi: durante il primo pezzo al chitarrista salta una corda, a 3/4 di set qualche guasto ai pedali del bassista lo costringe ad un momentaneo stop per risolvere la situazione. Ma scremando i lati negativi ho potuto godere di una band genuina, sorridente, preparata tecnicamente e con le giuste influenze nel loro repertorio. Senza andare a pescare paragoni negli anni 70 (che sarebbero quindi innumerevoli dal kraut all'hard rock) vi dico che dal vivo ricordano una via di mezzo fra gli Atomic Bitchwax (nei momenti più heavy) e i Dead Meadow (in quelli più rilassati). Non male. Nel loro portfolio hanno anche una serie di ottimi brani che non hanno paura di prendere strade inaspettate ma sempre inevitabilmente psichedeliche.

La band dopo aver sudato sette camicie non ha voglia di scendere dal palco e il pubblico attento ed entusiasta li reclama a gran voce. Ci regalano tre bis ma fosse stato per loro sarebbero andati avanti ancora molto!

Quando si va a vedere una band "sconosciuta" in un piccolo locale (e come hanno giustamente detto loro "tenetevi stretto questo club: è un tesoro") è bello incappare in musicisti non perfetti che probabilmente per questioni caratteriali, mentali, fisiche non faranno mai lo show della vita ma che sono in grado di far passare una piacevole serata in compagnia di altri appassionati di musica genuina. E non è poco.

[Dale P.]



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