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Concerto Max Gazzè - Baustelle - L'Aura del 19/02/2006



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Mazda Palace Genova

Genova

19/02/2006

Ormai è chiaro: Genova non risponde. Vive in una strana apatia...con questa inspiegabile aria annoiata.

Insomma..comprensibili possono essere gli scarsi pubblici di concerti forse troppo di nicchia..o dagli “scoraggianti” biglietti costosi …ma quando neppure un mega evento totalmente gratis riesce a smuovere i nostri cari concittadini....)..allora rinuncio a capire.

Domenica sera, il Mazda Palace ha ospitato la grande festa per il “Battesimo” di Radio 19, la neonata radio de “Il Secolo XIX”, e certo non mancavano gli ingredienti per il tutto esaurito:

- Gratuità

- Grandi allestimenti e megaschermi

- Partnership di MTV, con tanto di vj Carolina come presentatrice e di Alessandro Cattelan fra il pubblico

- Artisti intervistati dopo l’esibizione

- Comici genovesi inseriti tra un gruppo e l’altro,giocanti in casa e muniti dei loro cavalli di battaglia ( Olcese&Margiotta di nuovo insieme, Alex Bianchi e Enrique Balbontin ex Cavalli Marci)

- Programma facile: alcuni nomi di grande qualità, ma che spesso sono conosciuti anche dalle grandi masse, altri a mio parere piuttosto discutibili, ma noti e di grande richiamo per uno spettatore disimpegnato.

Insomma…il pubblico genovese sovverte tutte le leggi del marketing: forse la pioggia, forse l’evento non eccellentemente pubblicizzato (nonostante l’organizzazione curata da una apposita agenzia),forse la domenica sera, forse qualcun altro detesta gli Sugarfree…

Forse non è più vero che per far impazzire un genovese bisogna farlo entrare in una stanza rotonda e dirgli che in un angolo c’è un biglietto gratis per un concerto.

Beh, tralasciando le presenze un po’ al di sotto delle aspettative..e alcuni vergognosi playback (anche se probabilmente dettati dalle necessità tecniche dovute alla rapida alternanza dei gruppi), la serata, è stata nel complesso piacevole.

Il “Galà di Radio 19”, è stato aperto da due pezzi degli Sugarfree (tra cui l’inflazionatissima “Cleptomania”) seguiti a ruota da dei Buiopesto in forma smagliante che hanno fatto discretamente gli onori di casa (personalmente li trovo un po’ bordereline, ma nel loro genere sono comunque bravi e sanno coinvolgere chi vuole essere coinvolto).

E’ stata poi la volta dei miei (lasciatemelo dire) amati Baustelle, purtroppo costretti al playback(e allora perché i Binario dal vivo???)e vittime di una specie di incidente diplomatico: nell’intervista post esibizione, hanno infelicemente definito Genova “città malavitosa” nel chiaro intento riconoscente ed apprezzante di riferirsi alla sua atmosfera misteriosa di città portuale (non per niente il loro disco è “La Malavita”). Fischiati. Incompresi. Peccato.

Abbiamo scoperto poi un Simone Cristicchi legato alla “ghenga” romana di Gazzè&Fabi, molto più ironico sottile e musicista del personaggio estivo da facili motivetti ,diviso tra Biagio Antonacci e Studentesse universitarie. Dal vivo è altra cosa.

Subito dopo, ha impugnato il microfono la giovane L’Aura, dalle evidenti doti vocali e , nonostante la somiglianza un po’ troppo spiccata con Elisa ,(dalla voce alla fisionomia) dai risultati piuttosto notevoli.

Altro romano, Pier Cortese (Souvenir): non mi ha entusiasmato, ma è stato comunque migliore di ciò che i miei pregiudizi sospettavano. Mi dispiace, ma i(L) Binario (ne è rimasto uno) non ho avuto la forza di ascoltarlo.

Mi sono ripresa giusto in tempo per un Niccolò Fabi pieno di capelli e di fascino, bravo anche se un po’ giù di voce; un pezzo nuovo e poi qualche perla del passato sempre viva d’intensità, da “Offeso” a “Lasciarsi un giorno a Roma”.

E qui, menzione d’onore allo strepitoso violinista Andrea Di Cesare, che ha accompagnato sia Cortese che Fabi,tra assoli e virtuosismi godibilissimi. Artista poliedrico, riesce sul palco ad impreziosire e rivestire(come ricamando) con grande maestria i pezzi che accompagna.

Credo di avere una buona scala di valutazione per Max Gazzè, avendolo visto dal vivo moltissime volte, ed è un piacere vederlo salire sul palco sempre con semplicità e noncuranza e vedere che sembra proprio divertirsi. Sembra divertirsi quando ripropone i suoi pezzi modificando gli arrangiamenti, partendo a improvvisare e con qualche parentesi elettronicheggiante ; insomma,anche se per l’ennesima volta, “La favola di Adamo ed Eva” ancora non annoia. Da ricordare il duetto con Niccolò Fabi in “Vento d’estate”, che da qualche anno non capitava più di ascoltare.

Esplosiva chiusura dei Negrita; sì, piuttosto commerciali ma con tanta carica ed energia. Le movenze da ragno dalle lunghissime gambe di Pau e la sua voce calda convincono ancora.

PS: ovviamente, un qualsiasi esponente della “inteligenzia alternativa indie-spocchiosa” sarebbe morto tra convulsioni e dolori atroci al solo ingresso nel Mazda Palace…ma chi lo ha detto che se un gruppo ha più di tre fans e ha un riconosciuto successo di pubblico e non solo di critica allora ha tradito le sue origini e non si può ascoltare? Meditate gente, meditate….

[Marta]



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