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Intervista Dredg

Shizu: E’ così importante per voi curare l’artwork , o è semplicemente un modo per migliorare la vostra musica?
Gavin: Si è per renderla meglio, e ci piace avere il controllo di come viene presentata la nostra musica. Siamo io e Drew a dipingere, ed è logico utilizzarlo a nostro vantaggio per la band, e fare tutto da noi..
Shizu: E’ Drew che ha fatto tutti i disegni che sono nel booklet di Catch Without Arms?
Dino: Si, Drew ed io.
Shizu: Sono bellissimi. Ma perché tutti i soggetti sono così tristi?
Gavin: …perché hanno perso il cane?.. non lo so.. [sorride] Sembrano tristi?
Shizu: Sono tutti tristi, anche il pinguino, e volevo sapere perché. Ho pensato che sono tristi per il fatto che guardano in basso, mai in alto, e volevo sapere se c’è un collegamento tra la direzione dei loro occhi e qualcosa come inferno, paradiso, o spiritualità..
Gavin: Non intenzionalmente.
Dino: Beh, per te si. E’ la tua interpretazione.
Shizu: Sembrate interessati alla contaminazione tra musica e arte visiva. Potrebbe diventare un progetto portare nei vostri prossimi concerti live materiale dipinto da voi??
Gavin: Solitamente lo facciamo, ma far arrivare i dipinti fin qui sarebbe stato un problema.
Shizu: Li esponete sullo sfondo del palco?
Gavin: Si, negli Usa facciamo così. Portiamo dei cavalletti. Quando ne avremo l’opportunità lo faremo anche qui.
Shizu: Ho trovato sul web alcuni “Casio Remix”, potete spiegarmi meglio cosa sono?
Dino: E’ la prima volta che ci viene fatta questa domanda!
Shizu: Sono molto divertenti, volevo scaricarli sul mio cellulare in modo da usarli come suoneria quando qualcuno mi chiama! Di chi è stata l’idea?
Dino: Le ho fatte io, solo per divertimento.
Shizu: Con la tastiera?
Dino: Si, tutte con una piccola vecchia Casio del 1998. Era un periodo in cui ero molto annoiato a casa, dopo il tour, non avevo niente da fare e così ci ho un po’ lavorato sopra, ho rifatto un po’ di pezzi per divertirmi... e ho quasi finito tutto l’album! Mi mancano 2 canzoni.
Shizu: Fammi sapere quando le finisci…
Dino: Se hai un CD-R posso masterizzartene 9-10…
Shizu: Ma pensi che in futuro potresti venderle, magari ai vostri concerti?
Dino: Forse.. forse.. per divertimento.
Shizu: E la colonna sonora di Waterbone? Chi l’ha composta?
Dino: Mark ed io ci abbiamo lavorato sopra, con tastiera e chitarra.
Shizu: Non ho visto il film perché non so se è uscito in Italia, ma ho trovato questa informazione sul web. Volevo sapere se, dato che amate fondere musica e arti visive, potrebbe rientrare nei vostri futuri programmi ripetere un’esperienza simile, curando colonne sonore di altri film.
Dino: Siamo molto aperti a quest’idea. Ci piace fare anche musica strumentale, quindi non sempre canzoni, e ci piacerebbe continuare a far musica per i film.
Shizu: E’ stata quindi una bella esperienza.
Dino: Si, decisamente.
Shizu: E la collaborazione con Chris DeGarmo? Ha contribuito all’arrangiamento di Catch Without Arms, ma come è stato lavorare con lui?
Gavin: Fantastico, è servito come osservatore esterno per mediare la situazione, ha ascoltato tutto quello che avevamo tirato giù e ha lanciato alcune idee su cui abbiamo lavorato con lui. Alcune hanno funzionato e altre no. Era lì per ascoltare ma come uno che ha molta conoscenza musicale; è stato grande, ora è un nostro buon amico. E’ stato indolore… forse è stato più doloroso per lui![sorride]
Shizu: E qual è il vostro background musicale? Perché siete tutti così originali, avete un modo particolare di approcciarvi alla musica che io apprezzo molto, ed è il motivo per cui mi piacete così tanto. Anch’io sono una batterista… Dino: Davvero?
Shizu: Si, e volevo sapere cosa ascolti adesso, o cos’hai ascoltato in passato, cosa ti ha ispirato, i tuoi album preferiti.
Dino: Ce ne sono così tanti... anche di grandi batteristi.. Prima ascoltavo molta heavy-music, come Igor Cavalera dei Sepoltura, e Carter Beauford dei Dave Matthew’s Band, hai sentito come suona la batteria? E’ incredibile, l’ho ascoltato tanto. Io suono il piano da quando ero piccolo, penso che questo mi abbia aiutato molto ad avvicinarmi alla musica. Mentre imparavo a suonare sentivo il ritmo attraverso le mie mani..
Shizu: E’ molto utile suonare la batteria dopo aver imparato a suonare il piano. Dino: Decisamente si. Bisogna poi trovare il proprio stile, renderlo unico. Penso che chiunque suoni dovrebbe avere il suo stile personale.
Shizu: Giusto, infatti tu lo hai. Parlando di Catch Without Arms, penso che tra i vostri album sia quello più orecchiabile, perché contiene tutte canzoni distinte. Ha una struttura che un po’ chiunque può ascoltare e apprezzare. Qual è il motivo di questo salto da El Cielo, che è un capolavoro ed è quasi un’unica canzone ma ricchissima di sfaccettature? E’ cambiato il vostro modo di fare musica?
Gavin: Si, volevamo fare un disco completamente diverso. Non avevamo mai fatto un tour così lungo come dopo l’uscita di El Cielo, ed eravamo attenti a cosa funzionasse dal vivo e cosa no, così ci siamo focalizzati sulla registrazione di un disco che si potesse ben trasportare in live assicurandogli la giusta energia; e ci siamo focalizzati sui testi delle canzoni, che fossero come devono essere i testi delle canzoni, cioè arte. La gente ha difficoltà a rendere i propri pensieri delle vere creazioni. E volevamo fare qualcosa di diverso.
Shizu: Penso anche che dopo un album come El Cielo sarebbe stato difficile produrre un altro disco simile. Infatti quando ho ascoltato per la prima volta Catch Without Arms ho detto: mmm…sono un po’ Pop-Rock… e sono stata tratta in inganno! Poi dopo vari ascolti, più lo sentivo e più lo trovavo meraviglioso.
[Sorrido per farmi perdonare]
In “Sorry but it’s over” il tuo modo di cantare ricorda un pò Morrisey… e il titolo della canzone fa pensare agli Smiths... C’è un collegamento tra la scelta di questa canzone e Morrisey?
Gavin: No, veramente. Ci sono bands che magari non abbiamo mai ascoltato, ma la gente dopo averci sentito dice: mi ricorda questo cantante... suona come quello...
Shizu: Ma ti piace Morrisey? Lo conosci?
Gavin: Si, non ho mai comprato suoi dischi, certamente ho ascoltato la sua musica ma non mi ha mai coinvolto.
Shizu: Ok. E il simbolo dei Dredg, so che in ideogramma cinese vuol dire “cambiamento”: sulla cover del nuovo album è dominante e volevo sapere se queste grandi dimensioni, invece di quelle piccole su Leitmotif o El Cielo, sono per sottolineare che la vostra evoluzione è forse la vostra vocazione. “Change” è il simbolo dei Dredg, e in Catch Without Arms i Dredg sono di nuovo cambiati, è una giusta supposizione?
Dino: E’ giusta ma non penso fosse intenzionale. Il modo in cui abbiamo scritto le canzoni nell’album è assolutamente naturale e normale, non sapevamo che avremmo elaborato un lavoro così diverso dal precedente. Ma ha perfettamente senso. Noi cambiamo sempre.
Shizu: Chi ha scelto quel simbolo tra di voi?
Gavin: Drew l’ha dipinto molto tempo fa. Volevamo che il titolo della nostra prima canzone fosse un simbolo, e poi è diventato un’icona per la band.

[Qui scappa una sbadiglio a Gavin.. piccola interruzione perché ho paura di averli annoiati! Gavin smentisce, ma confessa di essere un po’stanco, ha bisogno di caffeina per ridestarsi.. mini-dibattito sull’abisso (secondo me e tutti gli italiani) tra il nostro caffè e le sciacquazze americane..]

Shizu: In Catch Without Arms, nella traccia omonima, canti contro lo show business e lo scrivere canzoni per l’audience, ma il modo in cui canti e in cui la canzone è costruita mi fa pensare a qualcosa di Pop, easy-listenig… Gavin: E’piuttosto sarcastico. Equilibrio tra noi e il business, perché se tu scegli di far parte del business ne fai davvero parte, bisogna rendersene conto. E’ un tema sarcastico.
Shizu: Questo riguarda anche il comportamento della vostra etichetta?
Gavin: No.
Shizu: La vostra etichetta quindi vi ha lasciati liberi di produrre.
Gavin: Si non abbiamo ricevuto pressioni.
Shizu: Siete in Italia per la prima volta per un concerto tutto vostro, come vi sentite? Perché non siete venuti qui quando è uscito El Cielo?
Dino e Gavin: Non ne abbiamo idea. E’ andata così. In realtà ci fissano i concerti e noi abbiamo fatto certe cose per determinati motivi: il nostro album non era uscito qui ed economicamente sono un sacco di soldi da spendere per andare in un posto dove non possono nemmeno comprare il tuo disco! Abbiamo quindi cominciato nei mercati più grandi, e ora che siamo un po’ cresciuti di notorietà abbiamo la possibilità di spendere. Andremo anche a suonare a Barcellona, sarà la nostra prima volta in Spagna. E così ci abbiamo messo un po’ per arrivare qui. Ma torneremo..
Shizu: Tornerete in Italia?
Gavin: Si, sicuramente.
Shizu: Si per favore!
Gavin: E bisogna che andiamo anche in Portogallo.
Dino: Ti va di vendere le nostre magliette, il merchandise durante il tour?
Shizu [incredula]: Dici sul serio?

[Ha inizio una scenetta in cui tentano di convincermi a seguirli negli Usa…]

Shizu: Vi sentite famosi?
Gavin: Ci sono molte persone che amano la nostra musica ma non ci sentiamo famosi.
Shizu: A me piacciono i Dredg come sono ora, persone così semplici che fanno ottima musica, mai commerciale.. anche se forse Catch Without Arms lo è un pochino, magari diciamo più “easy-listenig”.
Gavin: Si se paragonato a El Cielo, ma non è commerciale.
Shizu: No, infatti, se la musica commerciale fosse come quella che fate voi il mondo sarebbe migliore… e anche le persone, credo.
[sorridono]
Comunque vorreste allargare il vostro mercato?
Dino: Certo..
Shizu: O vorreste preservare la vostra natura?
Gavin: Si, ma allo stesso tempo vogliamo raggiungere più persone, è parte della vita di un musicista. Cioè, qualunque cosa uno faccia immagino che si senta meglio a farla, con sacrifici, assieme a persone che lo seguono. Quindi se allarghiamo il nostro pubblico siamo ben contenti.
Shizu: E cosa mi dite della scelta in Catch Without Arms di non fare nessun “brushstroke”? Perché in El Cielo sottolineavano il collegamento tra immagini e musica, ma mancano in Catch Without Arms… E’ perché è cambiato il vostro songwriting, o cos’altro...
Dino: Non è stato intenzionale. Suonavamo 5 giorni alla settimana e questo è il risultato. Non avevamo nemmeno molta strumentazione.
Gavin: E volevamo registrare nel modo in cui veniva, non volevamo avere troppi strumenti questa volta. Ci siamo chiesti: lo facciamo perché l’abbiamo fatto in precedenza? Le persone potrebbero risentirsi?.. Ma ci siamo detti: E’ un modo stupido di pensare. Non pensavamo così prima. Era sempre: cosa noi volevamo fare in questo album. E così è come doveva essere.
Shizu: Penso che sia un modo davvero sensato di suonare, quando le idee ti arrivano spontaneamente.
Dino: La musica è molto libera, uno non vuole sentirsi intrappolato in una rete solo perché alle persone piacevi prima. E’la nostra opinione, riguardo a tutto. Ma è il modo che ci fa sentire meglio, lasciamo agli altri giudicare, noi siamo molto fieri del disco che abbiamo fatto e chi lo sa, il nostro prossimo lavoro magari conterrà l’80% di musica strumentale e 4 canzoni... vedremo cosa sarà necessario al momento.

[Momento in cui i Dredg ringraziano gli utenti del nostro sito, così lascio loro una copia della mia recensione di El Cielo tradotta in inglese, e loro si esaltano per il voto di 5 stelle!]

Shizu: Come giudicate la promozione che vi sta facendo la vostra etichetta?
Gavin: Stanno facendo molto di più stavolta, credo.
Shizu: Avreste voluto spingerla maggiormente?
Dino: E’ perfetta per ora
Gavin: Si, l’etichetta sta lavorando bene
Dino: Non voglio avere una scusa per tutto: fanno troppo.. fanno troppo poco.. Penso che sia perfetto. Cioè, è il nostro lavoro promuovere noi stessi, è il motivo per cui facciamo tour tanto lunghi.
Shizu: Gavin, la tua voce cambia in ogni album. In Leitmotiv era molto rabbiosa, urlavi, in El Cielo eri più impostato e anche un po’lirico. Invece in Catch Without Arms hai una voce molto limpida, senza imperfezioni, elastica, con un range differente.
Gavin: In realtà è perché sto migliorando. In Leitmotiv era davvero la prima volta che cantavo. Non ho mai pensato che sarei stato un cantante senza studiare a fondo.
Shizu: Hai cominciato a studiare canto dopo Leitmotiv?
Gavin: Ho preso qualche lezione poco prima di registrare El Cielo, e poi forse due lezioni dopo. Ora non è che penso di non aver più bisogno di lezioni, ma ho imparato cosa vuol dire e ora posso fare le cose da me, per provare cose diverse. Credo di aver raggiunto un punto in cui mi sento a mio agio. Probabilmente nell’ultimo disco la mia voce è come la vorrei.

[momento di autografi, poi continua la chiacchierata]

Shizu: El Cielo è un concept sulla Sleep Paralysis: ne soffrivate?
Gavin: Per alcune persone è un disagio, crea insonnia. Hanno paura di andare a dormire. A me non è mai capitato fino a questo livello. Ce l’ho solo se faccio un sonnellino a metà giornata, nell’ora della siesta. Ma non è qualcosa che ricorre ogni notte nei miei sogni.
Shizu: Ma quand’è che avete scelto questo tema?
Gavin: Ci siamo arrivati attraverso Salvador Dalì, perché volevamo incidere un lavoro riguardo a un dipinto, e lui era un famoso artista, molto creativo. Ma non volevamo considerare qualcuno che non fosse famoso, perché volevamo che la gente si identificasse in questo progetto in scala più grande. Perché ci sono molti artisti che sono piccoli e che amiamo, ma lui è stato un grandissimo artista che ha fatto cose meravigliose. Abbiamo scoperto che molti suoi dipinti sono ispirati alla “paralisi del sonno” e ci siamo basati su questa idea. Quindi l’abbiamo esaminata e sviluppata, per poter rendere il dipinto un po’ più sommesso e non così in rilievo. E’ una sorta di concetto doppio tra la paralisi del sonno e i dipinti di Salvador Dalì.
Shizu: E “The canyon behind her” è il canyon che si vede nella parte destra di quel quadro, vero?
Gavin: Si
Shizu: La trovo perfetta per il finale dell’album, col coro finale, e ti confesso che vorrei che fosse suonata al mio funerale.
Gavin: Davvero? E’ meraviglioso. E’ uno dei più bei complimenti che abbia mai sentito.
Shizu: Si? Sei sicuro?
Gavin: Si, perché sono così ossessionato dall’idea non del funerale ma di morire... Ho sempre pensato che fosse grande suonare la musica che le persone vogliono sentire quando stanno morendo. Qualcosa che sia di sollievo.
Shizu: Si. Vorrei andare in paradiso o all’inferno ascoltando quella canzone... Sei molto poetico in quella canzone, riesce a emozionarmi in qualsiasi stato d’animo. E’ in assoluto la mia canzone preferita e sono contenta che anche per te sia molto importante.
Gavin: Si, è molto importante.

[Gavin poi sdrammatizza spiccicando qualche parola in italiano e spagnolo]

Shizu: Ma ti piace la musica sacra e corale?
Gavin: Si, è davvero interessante, è bellissimo ascoltarla, ogni volta ci sono così tante voci che vanno tutte assieme, è meraviglioso.
Shizu: Hai cantato anche tu insieme al coro di “The canyon behind her”?
Gavin: No, , ho dimenticato il loro nome ma sono un coro di 4 o 5 uomini, abbiamo fatto un paio di prove, li abbiamo guidati in cosa volevamo e loro lo hanno colto subito, hanno una mentalità molto aperta.
Shizu: E’ stata una sorpresa sentire il coro. E quali sono i tuoi album preferiti che ascolti ora?
Gavin: Mi piace molto il nuovo lavoro di Peter Gabriel, “Up”. E “The Ugly Organ” dei Cursive, e i Bright Eyes.


Traduzione a cura di Sara Twinn