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Intervista - One Dimensional Man




One Dimensional Man - Intervista


In occasione del Goa Boa Festival ne approffitto per fare due chiacchiere con Pierpaolo Capovilla, bassista e cantante dei One Dimensional Man, una delle migliori realtà italiane attuali. L'intervista parte subito molto male. Il registratore non parte. Vabbè, vorrà dire che dovrò allenare il cervello per ricordarmi tutto! Assieme a Pierpaolo ci sono il nuovo chitarrista (al posto del dimissionario Giulio Favero) e il batterista di Moltheni a sostituire Dario. Interrompo la band impegnata in una partita a scacchi, tanto per ammazzare il tempo e cercare di non sentire un paio di band locali veramente terribili. Intorno a noi passano Skin, gli Inme e i Marlene Kuntz al gran completo i quali si intrattengono a parlare con Pierpaolo in quanto loro grandi fan! Il tutto nella tranquillità del backstage, assolutamente blindato per via dei "grandi nomi" qui presenti. Iniziamo subito con una domanda generale per rompere il ghiaccio:



D: Il vostro disco è uscito da più di un anno e siete ancora in giro per festival... è perchè non avete i soldi per le vacanze o perchè con questo caldo non avete voglia di chiudervi in studio?

R: (ride) Entrambe le cose. In studio ci andremo verso Settembre, putroppo adesso Dario è infortunato e quindi non possiamo certo affrontare ora questo discorso, ma dopo questo giro di date speriamo di tornare alla "normalità". In realtà non avevamo programmato nessun tour per quest'estate ma ci sono arrivate un sacco di offerte e non ci sentivamo di rifiutarle!



D: Parlami allora delle vostre idee per quando tornerete in studio

R: C'è poco da dire, abbiamo solo qualche idea e niente di definito. I miei interessi ora vanno verso il "pop". Nel disco nuovo ci saranno delle ballate!!



D: A proposito di "pop". Il disco uscirà sempre per Gammapop? L'etichetta sembra pronta alla rinascita grazie ad un bell'accordo di distribuzione con V2. Siete contenti di poter arrivare "ovunque"?

R: Si, uscirà sempre su Gammapop. Non ci sono arrivate offerte interessanti e, sinceramente, ci troviamo molto bene. Il discorso distribuzione ci interessa poco, se uno vuole trovare i dischi li trova e quelli Gammapop non sono certo introvabili.



D: Quindi un eventuale discorso "major" non vi interessa?

R: Ci interessa eccome. Non trovo niente di male se un un gruppo firma per una major. Il problema è che le major non sembrano interessate a noi!! Qualche contatto c'è. Si vedrà in futuro!



D: Secondo me la major italiane non valgono poi molto.

R: Guarda, non è vero, in molti casi lavorano bene e sanno quello che devono fare.



D: Sarà! Sull'ultimo numero di Rumore parlate della vostra passione per i CCCP - Fedeli Alla Linea - e precisate anche che è l'unico gruppo italiano importante per voi. E vero??

R: In realtà a quella domanda non ho risposto io. Lo avrei fatto diversamente. In quel contesto ci chiedevano di parlare di gruppi rock. Cos'è rock in Italia? Vasco? Non credo. Forse avrei detto gli Area ma è una risposta un po' banale. I CCCP non mi piacciono nemmeno tanto. Avrei potuto parlare dei cantautori. Loro sono realmente interessanti.



D: A te che gruppi piacciono?

R: Italiani?



D: In generale...

R: Ween. Ho tutto, singoli strani, dischi introvabili. Una vera malattia.



D: Come me per i Melvins... i Ween hanno fatto un disco nuovo!

R: No!! Com'è?? L'hai ascoltato??



D: Purtroppo no... sparami altri gruppi!! (e qui mostro tutta la mia malattia, quando conosco qualcuno voglio sapere tutti i gruppi che gli piacciono!!)

R: Bhè ovviamente Jesus Lizard, noi ci rifacciamo a quel filone, anche se credo in maniera piuttosto personale e originale, non siamo dei cloni. Poi mi piacciono molto i Blur [da qui in poi passano circa 20 minuti in cui parliamo dei Blur, dei loro testi, dei dischi. Pierpaolo si rivela un vero appassionato a cui piacciono tutti i dischi della band! Si dimostra entusiasta, appunto, dei testi e quindi la prossima domanda, inevitabilmente sarà...]



D: Parlami dei TUOI testi. Di cosa parli, a chi ti ispiri.

R: I miei sono testi d'amore, non l'amore malato alla Nick Cave, piuttosto qualcosa di più vicino a Tom Waits. Parlo di cose che possono accadere a tutti. Divorzi, separazioni. Sono molto fiero dei miei testi.



D: Non ti senti frustrato che i tuoi fan spesso non li capiscano in quanto sono in inglese?

R: All'inizio si. Quando ci siamo creati il nostro pubblico la cosa non mi ha più interessato. I fan si comprano i nostri dischi e leggono i testi. Spesso li conoscono a memoria. E questo per me è importante.



D: L'idea di cantare in italiano ti ha mai sfiorato??

R: No, cantando in inglese con una sola frase di poche parole poi dire un sacco di cose. Con l'italiano no. Quindi l'inglese si presta meglio alla metrica musicale ed è anche più facile trovare linee melodiche adatte allo scopo.



D: Sempre a proposito di testi. Come vi è venuto in mente di mettere una pernacchia a metà canzone?

R: Non è stata una mia idea!! [sembra quasi ripudiare quella scelta! infatti mi rivela che dal vivo non la suonano più!]



D: I gruppi più interessanti della giornata siete voi e Daniel Johnston, non vi scoraggia suonare nei festival senza avere la meritata attenzione?

R: I festival sono promozione, un modo veloce per arrivare a tanta gente. Anche perchè non ci pagano molto e questo è l'unico motivo per cui lo facciamo, oltre che per il gusto di suonare! Comunque il pubblico si mostra sempre interessato e noi ovviamente siamo contenti di questo!



D: Quindi vi vedremo a San Remo...

R: Magari come ospiti stranieri visto che non cantiamo in italiano!!



D: All'estero come va?

R: Abbiamo fatto un po' di date e il pubblico si è mostrato ricettivo. E' sicuramente un'esperienza da rifare.



D: Sempre in merito dei festival. Se tu fossi al posto di Manuel Agnelli o di Perry Farrel, che gruppi inviteresti?

R: Zu [secchissimo come se non aspettasse altro che questa domanda!]. Sono fantastici e stanno bene ovunque, non sfigurano da nessuna parte. Afterhours... anche stranieri?? Allora... Bhè, Blur, Beastie Boys, mi piacciono i gruppi così... Ween.



La conversazione va a finire su gruppi, etichette, produttori, concerti e altro (prezzo degli affitti!!) rivelandoci ancora di più come i nostri siano persone vere mosse da grande passione. Manca poco all'inizio del concerto, la band si congeda molto gentilmente lasciandoci a disposione tutto quello che vogliamo del loro backstage (alcolici!) e, poco dopo, andiamo a seguirli sotto il palco. Con la speranza che qualcuno chiami Pierpaolo per fargli organizzare un bel festival!!!





[Dale P.]
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