Se credevate che gli Allhelluja non sarebbero mai stati una band "vera" ma solo un side project di Jacob Bredahl degli Hatesphere, vi sbagliavate. Dopo il discreto successo di "Inferno Museum" torna dopo poco più di un anno la band danese/italiana con il secondo lavoro "Pain Is The Game".
E stavolta sono decisi a fare ancora di più sul serio: copertina oscura e l'immagine giusta della band vi colpiranno fin da subito. Ma a fare la differenza, lo sapete, sono i brani e, purtroppo, non esiste il singolo "killer" da cui nessuno può sfuggire. Abbiamo però un pugno di grandi canzoni, nessuna al di sotto della media.
Partendo da "Are You Ready?" e "Superhero Motherfucker Superman" abbiamo ben chiaro le coordinate sonore del quartetto. Tendenzialmente rimaste immutate dall'esordio sono debitrici di Entombed, Turbonegro, Melvins e Motorhead. Ovvero il poker di band rock/metal sporche e scorrette che non temono di unire la tradizione rock e i grandi cori con la potenza del metal.
I difetti però ci sono. Come anticipato poco sopra mancano le canzoni da strapparsi i capelli, quelle che ti fanno volare di corsa a comprare il cd. Poi non ho apprezzato particolarmente la produzione sonora: troppo "ovattata" e con le chitarre che non spaccano come dovrebbero.
Particolari che non influiscono sulla buona qualità di "Pain Is The Game" ma che spero vengano risolti in futuro per allargare maggiormente il raggio d'azione della band.
Ok, avete spiegato al mondo che sapete rockeggiare. Al prossimo passo vogliamo la sua conquista.
[Dale P.]
Canzoni significative: Supehero Motherfucker Superman, Hey J.
|