Il rischio che si sta correndo non è affatto da sottovalutare. Album formalmente ineccepibili, tecnicamente inappuntabili, ma sotto la corazza il cuore sembra aver smesso di pulsare. Di questi tempi suonare roba complicata ma senza un messaggio da trasmettere all'ascoltatore sta diventando una pratica comune a non poche band.
Basta avere un pò di confidenza con certe sonorità per smascherare gli Ion Dissonance da Montreal. Alla loro terza prova su lunga distanza e con un contratto nuovo di zecca con Century Media, il five-piece sfodera dieci monologhi spigolosi e cervellotici,informati su tempi dispari e riff che si incastrano e scindono in continuazione seguendo i dettami del math-metal.
Lo zampino dei Meshuggah ("Kneel", "Shunned Redeemer") si vede, così come una certa ascendenza Pantera e Fear Factory, intercettata nel background thrash e nell'immaginario pseudo-cibernetico e claustrofobico dei Nostri. Pesanti ed ispidi, evitano di calcare sull'acceleratore mantenendosi sempre su cadenze medie, andature caterpillar che paiono mettere sotto tutto. La voce è tirata e pervicace, troppo monocorde però non concedendosi a nessuna modulazione, tantomeno propensa ad imbeccare sentieri melodici.
Qualche break metal-core concorre ad ampliare un tantino lo spettro stilistico (il finale di "Kneel" - canzone che si segnala come il momento più ispirato del lotto intero). "Tarnished Trepidation" è soffocante ed apocalittica, mentre "Scorn Haven" e la successiva "Of Me...Nobody Is Safe" accelerano un tantino il passo, ma i loro iracondi scatti mirano più a creare caos infecondo che a scatenare una strage.
Buona cura è riposta per le costruzioni ma l'andamento dinamico difetta parecchio (complice una produzione troppo monolitica): le songs sono troppo piatte.
Autocelebrativi fino allo sfinimento, gli Ion Dissonance impacchettano un album ricco di complessità ma senza fine comunicativo alcuno. "Minus The Herd" è algido, una catasta di riffoni e chitarre stridenti, scansioni ritmiche e vocioni che non lasciano nulla se non un gran senso di vuoto. Insomma, agli Ion Dissonance non manca nulla fuorché il cuore. Messa così però pare che gli manchi proprio tutto.
[Marco Giarratana]
Canzoni significative: Kneel, The Surge, Tarnished Trepidation.
|