Un bel modo per definire i Sigur Ròs è "dream pop". Pop sognante. O forse meglio, pop da sogno. Ascoltare un CD della band degli islandesi ha lo stesso effetto di fumarsi 3 canne nel giro di un ora: collasso immediato. Ma questo, per coloro che non hanno mai avuto un esperienza di questo tipo, non vuole essere un difetto. Anzi. I Sigur Ròs usano il sonno per portarti in un luogo incantato. Un luogo che è difficile da descrivere: ci si deve andare.
Ma coloro che hanno già vissuto l'esperienza con Agaetis Byrjun (uno dei dieci dischi da isola deserta del sottoscritto) hanno realmente bisogno di questo Takk? Dipende.
Dipende dalla dipendenza (scusate il gioco di parole) che vi provoca la band. Se avete bisogno di provare una variazione al consueto trip non vi dispiacerà ma, se volete andarci cauti, vi consiglio il masterpiece di cui sopra e di ignorare bellamente quest'album. Bello sì ma che non vale un decimo di Agaetis.
Difficilmente questo album riuscirà a fare presa su coloro che non hanno mai apprezzato i Sigur Ròs, i fan potranno tranquillamente amarlo, consci di ascoltare una band che con tale formula di trip-sonoro difficilmente potrà deludere.
Vi aspettavate novità dalla band? Veramente avete creduto alla favola del disco alla Papa Roach? Pensavate realmente che la major potesse trasformarli in mostri?
[Dale P.]
Canzoni significative: Sè Lest, Sæglópur, Heysatan.
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