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Negli ultimi anni la carriera dei Sunn O))) sembra essersi fermata in una sorta di limbo creativo. Le prime avvisaglie si erano già percepite con Kannon, un disco solido ma privo di grandi scossoni nella formula. La band si era poi riscattata con il trittico Life Metal, Pyroclasts e Metta Benevolence, lavori ricchi di idee, arrangiamenti sofisticati e collaborazioni di spessore. Sembrava la chiusura perfetta di un percorso artistico, con Greg Anderson impegnato in nuovi progetti che purtroppo non stanno portando da nessuna parte (il solista The Lord, gli splendidi This White Light e la reunion degli Engine Kid) e Stephen O’Malley sempre più presente nei salotti buoni della borghesia sperimentale.
Eppure, il marchio Sunn O))) continua ad attrarre nuovi adepti, e i loro show dal vivo restano esperienze irrinunciabili tanto per i fan quanto per i musicisti stessi. Negli ultimi anni il duo ha scelto di ridurre la formazione al minimo indispensabile: una formula “minima spesa, massima resa”. Confesso di vivere questa scelta con sentimenti contrastanti: da un lato amo il ritorno a un drone metal più puro, essenziale e meditativo; dall’altro mi manca quell’effetto sorpresa che un tempo accompagnava ogni loro mossa.
In questo caso però l'effetto sorpresa è dato dalla nuova casa del duo: la leggendaria etichetta Sub Pop, che per il mondo è nota per aver pubblicato gli esordi dei Nirvana, dei Soundgarden, dei Mudhoney. In realtà l'etichetta ha pubblicato decine e decine di dischi fondamentali tra cui proprio i primi dischi degli Earth, padri sonori dei Sunn O))). Inoltre, pochi ricordano che Anderson e O’Malley provengono proprio da Seattle, la culla del grunge. Il cerchio si chiude così in modo perfetto: un ritorno alle origini, nel suono primordiale di Earth 2 e nello spirito DIY di una città che ha fatto la storia. A suggellare il tutto, la fotografia di copertina di Charles Peterson, il leggendario autore delle immagini mosse che hanno definito l’estetica grunge.
I tre brani dell’EP sono dichiaratamente ispirati ad Alice Coltrane ma potrebbero essere ispirati anche ad un viaggio fatto su Ryanair, poco importa. Quel che conta è che Anderson e O’Malley continuano a portare avanti il progetto con coerenza e dignità, senza mai trasformarlo in un circo, pur sfiorando ogni volta quel confine sottile con disarmante naturalezza.
[Dale P.]
Canzoni significative: Eternity's Pillars, Raise The Chalice.
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