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C'è, in Italia, una band che non ha vergogna a rubare i soldi dalle tasche dei loro fan. Si chiama Elio E Le Storie Tese. Ma sembra che il problema sia addirittura mondiale. Da quando i Pearl Jam hanno inondato il mercato, con grande successo, dei loro "official bootleg"(*) sono decine le band che hanno deciso di lanciarsi in questo business. Ma, a parere mio, bisogna differenziare per bene i vari casi. 1) I Pearl Jam sono forse la band più bootlegata della storia: esistono addirittura più di un bootleg per ogni show. La qualità di questi dischi è spesso terribile ma, da anni, fan e critici catalogano e recensiscono queste registrazioni per privilegiare i lavori meglio riusciti. I Pearl Jam, proprio per privilegiare i fan, hanno pubblicato un live album per ogni data del loro tour. Ottima qualità di registrazione ma scarso packaging. I dischi, forse per l'effetto novità, sono addirittura entrati nella classifica di Billboard. Ora, però, la band si è fatta prendere un po' la mano e ha il progetto di continuare a inondare di bootleg il mercato discografico. 2) I Fugazi sono forse la band più meritevole di rispetto della storia della musica. Fedeli ai loro ideali indipendenti hanno aiutato decine di band della loro città a pubblicare un disco. Non hanno mai accettato compromessi con major e hanno suonato praticamente in ogni luogo. Su www.fugaziliveseries.com è possibile acquistare alcuni dei migliori concerti della band. 3) I Pixies, per la loro tournèe di reunion, hanno messo in vendita il CD dello show subito dopo la registrazione dello stesso. La stessa cosa che fa Elio con il suo CD Brulè. Queste tre linee guida si prestano a discorsi favorevoli e a critiche. Io stesso possiedo, per esempio, i CD degli show italiani dei Pearl Jam in cui ero presente. Penso però che non comprerei mai il CD Brulè di Elio. Innanzi tutto penso che sia deplorevole che una band cerchi in tutti i modi di spillare i soldi ai propri fan. Ultimamente gli Elii si sono trasformati in una gigantesca parodia del marketing da MTV. Fatevi un giro sul loro sito e la band vi chiederà i soldi per ogni cosa. E di cose che vi propongono sono realmente tante. Dal CD Brulè al meglio dei bootleg, dalla chiavetta USB al DVD dello show appena visto. Tante cose belle, certo, ma non è la stessa strategia di marketing di colossi dello sfruttamento minorile (nel senso di rubare i soldi ai minorenni) come Mtv, McDonald, Coca Cola, Vodafone e simili?? Non cercano forse, in tutti i modi, di creare un desiderio di acquisto?? Ecco quindi inserire nel DVD il backstage del concerto e varie amenità. Segnalano ai fan che ogni concerto è diverso dall'altro. E poi volete mettere l'emozione di essere inquadrati nel DVD che possedete?? Ecco che, creata la curiosità (e poi, dai, gli EELST sono simpatici e tutti noi siamo affezionati a loro) impacchettano il tutto e vi chiedono 18 Euro. Ma il concerto non l'avevate già pagato?? Perchè mi tocca metter mano nuovamente al portafogli?? E poi 18 Euro sono una cifra mostruosa da chiedere ad un ragazzino. La band si professa indipendente ma sembra piuttosto diventata essa stessa una gigantesca e furba major. O una prova tecnica per sfruttare su larga scala le idee funzionanti e scartare quelle che non hanno avuto grande successo. Forse il problema non si sarebbe posto se la band avesse abbassato drasticamente i prezzi (sia del biglietto che del Brulè) e non avesse messo le mani tentacolari in ogni formato nuovo e trendy (perchè non fare, invece, le versioni in vinile dei vecchi album?). La loro caccia alla novità a tutti i costi mi ricorda tanto le offerte estive delle compagnie di cellulari. Strano che dei grandi musicisti come loro non si siano ricordati della sacra legge: "Less Is More". [Dale P.] (*) i bootleg sono registrazioni pirata di concerti effettuate dai fan. Sono illegali ma fino a qualche anno fa, in Italia, non era raro trovarli nei regolari negozi. Bastava infatti versare un tributo alla Siae e nel nostro paese diventava un'opera legale. |
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