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Non è più una novità: la Man's Ruin di Frank Kozik ha chiuso i battenti. Fallimento la ragione principale. Pochi ne hanno parlato, nessuno a dire il vero ci pensa più. Ma a me piange il cuore. L'etichetta la seguivo dal tempo dei primi singoli, non ricordo più quanti anni fa. Ricordate i mitici split con i Sex Pistols e il singolo di Dale Crover? L'ascesa della Man's Ruin coincide con lo scioglimento dei Kyuss e con l'avvento dello Stoner Rock. Anche il meno scaltro di voi saprà che senza Kozik lo stoner sarebbe una cosa ben diversa. Con i suoi dischi e i suoi artwork, Frank creò lo stoner come lo intendiamo tutti noi. Quando usciva un disco sapevi già cosa aspettarti: copertina psichedelica e contenuti che andavano a tutti i possibili tipi di rock marcio (quindi stoner, hard rock, punk). Ebbe anche l'intuizione di rendere i dischi collezionabili. Uscivano sempre due versioni dello stesso disco: una in CD e l'altra in vinile 10" colorato. I collezionisti ci andarono a nozze ed erano obbligati a comprare cose che in altra veste non si sarebbero mai sognati di fare! La scuderia, nel corso degli anni, continuò a crescere. Queens Of The Stone Age, Melvins, L7, Unida, Altamont, Acid King, Alabama Thunder Pussy, Entombed, Cosmic Psychos, Desert Sessions, Unsane, Fu Manchu alcuni dei nomi coinvolti. A questo punto mancò un gruppo (come successe alla Sub Pop con i Nirvana) capace di far vendere parecchi dischi senza perdere la faccia o comunque di portare i soldi all'etichetta in qualche modo. I QOTSA andarono all'Interscope, gli Unida alla American, i Melvins alla Ipecac e gli altri si rifugiarono in etichette analoghe. Non essendo capace di rinnovarsi e andando continuamente in perdita (alla fine, a parte i collezionisti e gli amanti del vero r'n'r, chi è che comprava i dischi??) la Man's Ruin fallì. L'eredità, però, è sotto gli occhi di tutti: il rock'n'roll è alla sua rinascita, lo stoner è ormai un genere non solo underground (chiedete ai miliardari QOTSA) e lo stile di Kozik è rintracciabile in moltissime copertine di dischi e poster. Quel che è certo è che, in un mondo giusto, la Man's Ruin sarebbe ancora viva e vegeta. [Dale P.] |
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