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Concerto Big Brave - Aicher del 04/05/2023



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Circolo Gagarin

Busto Arsizio

04/05/2023

Cosa può portarmi un giovedì sera nella remota Busto Arsizio se non la volontà di rivedere i Big Brave? Al Roadburn Festival è stata la band che più mi ha impressionato e il cui concerto è entrato nella mia top personale dei più belli che abbia mai visto. Audio perfetto, intensità assoluta, luci meravigliose, visual impressionanti: tutte particolarità che sapevo non potevano avere paragoni con il Circolo Gagarin. Eppure. La risposta è la consapevolezza di godermeli in un ambiente più intimo, con un palco ad altezza umana, magari in prima fila a farmi spettinare dalla potenza degli amplificatori. E così è stato.

Apre la serata il nuovo bassista Liam Andrews con un set di drone industrial particolarmente pesante. Liam suonava nei My Disco e fra non molto pubblicherà il suo debutto solista. Il personaggio è particolarmente inquietante nella sua freddezza e lancia frequenze ribassate con naturalezza addosso al curioso pubblico smanettando con qualsiasi oggetto presente sul palco, compreso se stesso.

Finito il set il pubblico si accalca a ridosso del palco in attesa della band principale. La curiosità è palpabile e la temperatura della stanza si alza considerevolmente. Dopo un breve line check si spengono le luci e il quartetto inizia a lanciare feedback e droni a volume sconsiderato. La scaletta è la riproposizione dell'ultimo, ottimo, "Nature Morte" disco che ha segnato il passaggio per l'etichetta Thrill Jockey dopo anni con Southern Lord.

Il chitarrista Mat Ball si contorce generando un suono elettrico che rimanda a Stephen O'Malley, Dylan Carlson, Thurston Moore, King Buzzo ovvero un mix fra noise rock e drone metal. La cantante e chitarrista Robin Wattie sembra assorta in pensieri tristi e solo alla fine si lascerà andare a commossi ringraziamenti. Ho guardato attentamente i suoi occhi per capire se c'era finzione nella sua commozione (anche al Roadburn e immagino anche nelle altre date ha finito il concerto in lacrime) ma è una evidente reazione all'intensità e alla concentrazione durante il concerto. E' curioso come quattro persone siano riuscite a trovare uno sfogo suonando questo tipo di musica che fondamentalmente non ha precedenti. E' un flusso magmatico continuo in cui convergono Sunn O))) e Godspeed You Black Emperor, Earth e Melvins, Sonic Youth e Neurosis e il cui risultato è maggiore della somma degli elementi.

E' raro vedere tanta intensità in un palco. Chi era nello splendido Circolo Gagarin ha assistito ad uno spettacolo unico, sincero e catartico.

[Dale P.]


Recensioni dei protagonisti del concerto:
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