In una galassia lontana lontana era usanza mescolare chitarre metal, ritmi groove e folk locale. Il folk locale solitamente era in sostituzione del dj. I Sepultura di "Roots" ne sono il primo esempio grazie all'inserimento di percussioni tribali. Poi vennero i System Of A Down e le loro scale armene, i messicani Molotov con la cumbia, i Puya e i balli portoricani. Poi la gente trovò tutto ciò piuttosto noioso e il gioco finì (c'è da dire che a rompere le balle furono soprattutto i dischi fotocopia dei Soulfly e il conseguimento della maggiore età della maggior parte del pubblico).
Andiamo avanti di circa 20 anni quando un gruppo di giovani indiani deve aver scoperto grazie a YouTube quello che successe nel mondo nel periodo crossover-numetal. Ispirati da tanta bellezza prendono in mano gli strumenti e decidono che potrebbe essere una figata fotonica mescolare il metal con le scale indiane e i flautini. Infine realizzano un paio di videoclip azzeccati in cui sembrano una versione bollywood dei Rage Against The Machine e attendono il successo. Che ovviamente non arriva perchè non penso che qualcuno li abbia presi sul serio. E invece i ragazzi di Nuova Delhi non scherzano affatto e non sono neanche male.
Sebbene alcune volte sembra di ascoltare una versione metal di Panjabi MC le canzoni di questo Rakshak sembrano uscite da un disco del periodo d'oro 1999-2002 (quando più o meno nasceva il sito che state leggendo) e sono scritte e suonate con competenza. Auguro ai Bloodywood di concentrarsi sul potenziale pubblico locale facendoli divertire e pensare (l'indole RATM è ben presente nell'attitudie generale) e solo successivamente tentarsi la strada internazionale con credibilità. Al contrario rischierebbero di essere una semplice attrazione da circo, fine che non meritano di certo.
Intanto in Italia aspettiamo ancora la versione nu-melodica.
[Dale P.]
Canzoni significative: Aaj, Dana-Dan.
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