Il fatto che il miglior disco dei Mantar sia un album di cover (Grungetown Hooligans II) non depone troppo a loro favore. C'è da dire che i due ragazzi di Brema hanno scelta una formula non proprio variegata che autodefiniscono "sludge black metal doom punk" suonata con un chitarrone distorto e una batteria bella potente. Prendete i riff tipici dello sludge primi anni 2000 (Kylesa, Mastodon), aggiungete un po' di cattiveria e di scorrettezza e più o meno avrete il risultato. Che non è assolutamente male (i loro dischi sono tutti nella mia collezione personale) ma che non si può nè consigliare a scatola chiusa nè dire che sia cambiato granchè rispetto agli esordi, anzi diciamo che la varietà del precedente è stata totalmente abbandonata. Se non li conoscete, a parte andare sui comodi siti streaming, potete cercare tra il catalogo Svart (primi due dischi), Nuclear Blast (terzo) o Metal Blade (ultimi due) senza farvi troppe domande su quale possa essere il meno bello. Cosa manca ai Mantar? Semplicemente una grande canzone. Ecco perchè il disco di cover rimane una spanna sopra a tutto il resto.
[Dale P.]
Canzoni significative: Rex Perverso, Principle Of Command.
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