Con le Babymetal ormai "grandi" e con Poppy sempre più alternative rock il mercato del metal fronteggiato da modelle lolitesche guadagna la presenza di Dana Dentata. Dana in realtà non è molto lolitesca avendo recentemente passato i 30 anni e, infatti, la sua apparenza è più vicina ad un mix fra il Marilyn Manson anni 90 e una Suicide Girl gotica. Soprattutto il sotto testo sessuale qui non è tanto "sotto" ma decisamente "sopra".
Musicalmente è un mescolone fra industrial metal e horrorcore (tipo Ghostemane) con tematiche violente che la rendono quasi (e sottolineo quasi) una versione trap di Lingua Ignota. Purtroppo fallisce nella parte più importante: le canzoni. Scemato l'interesse iniziale derivato dal carrozzone non rimane molto, se non qualche bella base e un paio di buoni ritornelli in cui si sente la mano di Dylan Brady dei 100 Gecs (collaboratore del disco assieme a Travis Barker, King Woman, Robokid, Yawns e Fish Narc).
Come primo tentativo non c'è male, ma dal futuro è lecito aspettarsi molto di più.
[Dale P.]
Canzoni significative: Pantychrist, Apology.
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