Confortanti segnali di ripresa ci giungono da "Meridional", opera che pone in essere il ritorno in pista dei Norma Jean, nome che haa contribuito allo sviluppo e alla conseguente canonizzazione del metal-core piu' complesso e spigoloso. Dopo i primi due dischi di assoluta eccellenza, di cui l'esordio "Bless The Martyr Kiss The Child" va annoverato come pietra miliare del genere senza se e senza ma, la formazione di Atlanta ha via via smussato gli angoli e addolcito le sonorita', dapprima raggiungendo un buon equilibrio con "Redeemer", ma scadendo col successivo "The Anti-Mother", lavoro che a non pochi, noi compresi, fece storcere il naso dando adito al sospetto che gli agguerriti metal-corers statunitensi fossero prossimi all'essere dati per spacciati. C'era quindi parecchio scetticismo intorno a questo "Meridional", visti i recenti risultati. I Norma Jean pero' riescono a smentirci mettendo sul piatto un album compatto e ispirato, facendo torto ad una copertina che definire ai limiti del pietoso non e' per niente un esagerato eufemismo.
Riposte in un cantuccio le clean-vocals efebiche che vanno tanto di moda nel frangettoso pianeta emo-metal-core, territorio al quale i NJ stavano orribilmente addentrandosi senza la minima vergogna, il singer Cory Putnam decide di farsi due bei gargarismi con la soda caustica e tirare nuovamente fuori la cattiveria dal suo repertorio vocale in brani d'assalto come "Leaderless And Self Enlisted", "Bastardizer", "Blood Burner", "The Anthem Of Angry Brides" (con un incipit math sul vorticoso stile dei defunti SikTh). Piu' mature e meglio amalgamate al contesto le costruzioni melodiche, col singolo "Deathbed Atheist" sugli scudi (e non scorgete anche voi una leggera parentela con "Phone Home" dei Dillinger Escape Plan?), ma non meritano di certo infamia canzoni come "A Media Friendly Turn For The Worse" e "High Noise Low Output". In fondo alla tracklist, magari, qualcosa poteva essere dispensata senza troppi patemi d'animo, vedi le debolissime "Falling From The Sky: Day Seven" e "The People That Surround You On A Regular Basis", meri riempitivi che avrebbero giovato anche alla lunghezza complessiva di un album troppo lungo: un'ora e otto minuti sono parecchi.
Abbastanza ortodosso il repertorio dei riff, nei momenti piu' feroci l'impianto ritmico riesce a supportare degnamente la veemenza che si diffonde, anche se ci duole constatare che gran parte del mosh che la band e' sempre stata in grado di tirare fuori da queste parti e' stavolta latitante.
Inutile campare di speranza, aspettarsi dai Norma Jean del materiale che possa minimamente gareggiare col primo folgorante disco e' un'autentica utopia, ma visto come si erano messe le cose nel passato piu' prossimo un ritorno come questo, con poche macchie e neanche tanto indelebili, ci fa assolutamente piacere. Chi si contenta, gode.
[Marco Giarratana]
Canzoni significative: Leaderlss And Self Enlisted; Deathbed Atheist; Bastardizer; The Anthem Of Angry Brides.
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