Secondo disco pubblicato da Season Of Mist per gli Obsidian Kingdom, da Barcellona, dopo i primi lavori autoprodotti usciti quasi 10 anni fa. Il precedente "A Year With No Summer" aveva conquistato un piccolo manipolo di curiosi e deluso coloro che si aspettavano un prodotto "heavy", ma evidentemente ai vertici della Season Of Mist hanno fiducia nei progressi della band.
"Meat Machine" segna una nuova partenza che probabilmente potrà interessare agli amanti di certo metal alternativo più che al metallaro intrasigente. Obsidian Kingdom sono difficili da classificare: si muovono su registri differenti i cui confini potrebbero essere il post-metal/sludge nelle parti più aggressive e l'elettronica/triphop in quelle più tranquille. Prendete i Nine Inch Nails e mescolateli con i Neurosis, buttategli addosso un po' di suoni e idee "avantgarde" e avrete questo "Meat Machine". Forse sulla carta può risultare tremendo ma con un po' di pazienza si possono pescare delle belle gemme. Innanzi tutto perchè la band cerca di sviluppare canzoni godibili più che pasticci tanto per fare scena, come si faceva una volta. Gli arrangiamenti sono originali ma non forzati e non cercano la modernità a tutti i costi (vedi Code Orange).
"Meat Machine" non è un capolavoro ma potrebbe essere amato sia da metallari progressivi e "open mind" sia da coloro che amano il rock sorprendente che non disdegna pesantezze.
[Dale P.]
Canzoni significative: Meat Star, The Pump.
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