I Fugazi su Impulse!? Bhe non proprio tutti i Fugazi ma la sezione ritmica abbandona la Dischord per una delle etichette jazz più importanti e attente ai nuovi trend del genere. I Messthetics sono Joe Lally (basso), Brendan Canty (batteria) e Anthony Pirog (chitarra); in questo nuovo disco, il terzo, arruolano il sassofonista James Brandon Lewis e registrano una session in libertà che mi ricorda un periodo ben preciso e una label in particolare: la SST di fine anni 80. Magari non lo ricordate o non lo sapete, o siete troppo giovani ma dopo la svolta fusion metal dei Black Flag tutta l'etichetta prese una piega decisamente buffa. Da punto di riferimento per l'hardcore punk si trasformò in una comune di freakettoni appassionati di jazz, blues, fusion, psichedelia. SWA, Gone, Zoogs Rift, October Faction, The Universal Congress Of, Fatso Jetson sono alcuni dei nomi più "famosi" che si rivolgevano più ad un pubblico "classic rock" che a quello incazzato e con la cresta. Questi dischi furono anche da padri del futuro stoner rock e del post rock, in base alla quantità di droga presente nel menu.
Se mi dicessero che questo disco è stato registrato nel 1988 potrei crederci perchè, nel bene e nel male, suona come uno di quei dischi stravaganti nominati prima. Nel bene perchè alcuni brani hanno una certa irruenza punk (i due Fugazi tengono a farci capire la loro provenienza), nel male perchè suonano un po' per conto loro senza lasciare grandi segni dietro di sè. Il loro scopo è quello di divertirsi e si sente, ma come tanti prodotti di questo tipo finisce per far perdere un po' di entusiasmo dopo i primi minuti. Una manciata di riff fugaziani salvano un disco che è essenzialmente una jam jazz fusion piuttosto lineare senza grandi dinamiche (che erano la grandezza dei Fugazi).
[Dale P.]
Canzoni significative: That Thang, Three Sisters.
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