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All Pigs Must Die - God Is War (Southern Lord)

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All Pigs Must Die - God Is War
Titolo: God Is War
Etichetta: Southern Lord
Anno: 2011
Produzione: Kurt Ballou
Genere: metal / hardcore / crust

Voto:
Produzione:
Originalità:
Tecnica:




Qui l'ignoranza regna sovrana. Ma anche la brutalita', che e' un ingrediente indispensabile per non far la figura dei ricopiatori senza cervice. Dietro All Pigs Must Die c'e' un grappolo di rispettabili signorini della scena metal-core statunitense: Ben Koller dei Converge, Matt Woods e Adam Wentworth dei Bloodhorse e Kevin Baker dei The Hope Conspiracy. Insomma, ceffi che la mamma non gradirebbe trovare in salotto di rientro dal te' con le amichette del circolo di tennis.

Marci come le esalazioni di un obitorio con l'impianto di refrigerazione guasto, gli All Pigs Must Die non si nascondono dietro un dito e sferrano attacchi a volto scoperto degni della migliore tradizione crust-death-core. Da "Death Dealer" in poi parte il massacro che ci si aspetta con riff truci che appartengono alla stirpe dei cresciuti a pane, sangue e Slayer, ma e' anche vero che di rado s'e' sentito parafrasare con una tale convinzione gli Entombed.

Micidiale la prima parte con "Hungry Wolf, Easy Prey", "Sacrosanct", "Sermon For The End" (coi Disfear dietro l'angolo) e la title-track, che striscia come una serpe nella sterpaglia. Quando gli APMD rallentano la marcia tirano fuori la depressione di "Death In My Wake" ed e' un gran bel farsi del male. Sulla lunga distanza pero' i quattro rimestano con ostinazione un unico schema di furia appestante e ritmiche tachicardiche che lenisce l'esaltazione iniziale. Ma, d'altra parte, pretendere acrobazie e voli pindarici a una musica cosi' genuina e dai modi risoluti e barbari e' un po' come chiedere a politici e banchieri di risanare l'impressionante montagna di merda in cui ci hanno cacciati: una cosa impossibile.

Quindi, ben vengano le cavalcate a rotta di collo che se ne fottono di cosa e' cool e di cosa-fa-vendere-i-dischi, soprattutto quando a chiudere e' una "Sadistic Vindicator", che flirta col post-core piu' oscuro e slabbrato prima di incendiarsi e cancellare ogni traccia umana nel raggio di diversi chilometri.

[Marco Giarratana]

Canzoni significative: Sacrosanct, Sermon For The End, Death In My Wake, Sadistic Vindicator.

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