Vien da domandarsi per quale oscuro motivo tantissime band che trovano degli spunti interessanti sui quali poter lavorare in futuro, sventolano successivamente bandiera bianca, ritirandosi in un più comune e semplicistico, se vogliamo, approccio alla materia musicale. Questo infausto destino è toccato anche ai polacchi Antigama che, nel 2005, si segnalavano con "Zeroland" come i potenziali e perfetti eredi dei The Locust. Più o meno. Una fusione non proprio geniale ma sicuramente valida di industrial e voci pulite filtrate in maniera androgina, il tutto impastato in un substrato grind-core che ha nei maestri Nasum l'archetipo prediletto. Due anni più tardi la Relapse li mette sotto contratto (prima stavano sulla piccola ma agguerritissima SelfMadeGod Records), esce "Resonance" e l'incanto svanisce. Persa totalmente quella vena sperimentale, i quattro di Varsavia si fiondano su un death-grind che alterna guizzi di Nasum (impossibile evitarli) e Napalm Death, senza nulla aggiungere agli stilemi oramai codificati in un genere che, terminata la fase di ibridazione, s'è nuovamente calcificato intorno ad uno spettro alquanto ristretto di soluzioni. Questo nuovo "Warning" non cambia la tiritera, figlia di un metal estremo delirante ed ossessivo, che esprime follia pura e disordine maniacale, ma che abbiamo sentito parecchie volte a zonzo nel panorama in questi ultimi anni. Gli Antigama non fanno affatto clamore con la falce metallica in loro possesso, i singoli brani schizzano via velocissimi, pieni di cambi di tempo repentini, col vocalist Patrick Zwolinski tutto intento a lanciare le sue invettive contro guerre e sistemi economici globali. A cambiare un po' registro ci pensano "Jealousy" e "War" nella prima parte, parecchio incentrata su coordinate basilari. Nella seconda parte gli Antigama tentano di scoprirsi un tantino, dapprima con le inflessioni math-core di "Preachers Pray", poi con lo sghembo stoner di "Lost Skull" (qui l'ultimo "Phantom Limb" dei Pig Destroyer ha lasciato più d'una traccia), senza dimenticare i passaggi ambient di "Sequenzia della Morte" (c'è dell'oscuro lustmordiano) e "Black Planet" ed il caotico disordine quasi dadaista di "Paganini Meets Barbapapex". Insomma, provano a far riemergere quello spirito anticonformista che in passato avevamo apprezzato, ma i risultati sono ancora lungi dall'eccellere. Ottimi per quanto concerne il bagaglio tecnico, esecuzione aggressiva quel che basta per procurare mal di testa e successive incazzature ai vostri vicini di casa, con "Warning" i polacchi svolgono bene il loro compito nei ristretti confini di genere, ma non s'azzardano ad andare oltre. Di questo passo è inevitabile che mai potranno essere dei primi della classe.
[Marco Giarratana]
Canzoni significative: Jealousy, Lost Skull, War, Preachers Pray.
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