Ancora note impresse dall'onnipresente Sanford Parker, qui in cabina di regia per il secondo album degli Indian, formazione in cui milita Will Lindsay, compagno di ventura del basettone dei Minsk nei Nachtmystium (ma nel suo curriculum ci sono anche Wolves In The Throne Room e Middian).
"Guiltless" e' un album possente dal sound soffocante e maligno, edificato su quello sludge/doom infernale che discende dal ramo degli Ahab e di Yob, Unearthly Trance, Kongh, band a cui i chicagoani qui presenti somigliano macroscopicamente.
Sono mortiferi e il riffing slabbrato ed opprimente impregna ogni interstizio di queste sette tracce e i latrati canini di etimo black metal di Lindsay gonfiano l'aria scura che aleggia per l'intero tragitto. Le cose migliori si sentono ad inizio e fine di tracklist: l'assalto all'arma bianca di "No Grace" non fa prigionieri, "Benality" pare venir fuori dai Today Is The Day agonizzanti. Il resto non merita alcuna infamia ma non c'e' nulla da tramandare ai posteri.
Gli Indian sanno perfettamente quel che fanno ma non spostano di un millimetro il baricentro di un genere ormai circoscritto nei suoi standard creativi. Di certo non rientra nelle loro intenzioni rivoluzionare i codici dello sludge/doom e di questo non gliene facciamo alcuna colpa. Resta il fatto che "Guiltless" sia esclusivamente riservato a tuttologhi e cultori sfegatati.
[Marco Giarratana]
Canzoni significative: No Grace; Benality; The Fate Before Fate.
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