L'uso della voce femminile nel doom è una soluzione che viene spesso utilizzata per creare un contrasto con le basse frequenze dei catacombali riff di chitarra e basso, in contrapposizione ai più gettonati growl (come nel death-doom) o alla voce maschile di stampo hard rock del classic doom. E' quindi un vero e proprio sotto genere che ha una sua nicchia di ascoltatori che non si perdono un'uscita; e benchè ultimamente siamo sommersi da questa formula ogni tanto viene fuori qualche band che merita più di un ascolto. I francesci Indigo Raven sono fra questi.
Nati da un'idea di Julie Docteur e Benoît Sangoï sono diventati trio con l'inserimento del bassista Jean Green. "Looking for Transcendence" è il loro disco d'esordio sulla lunga distanza ed è un piccolo gioiellino. Sebbene inizi abbastanza in sordina con il brano "Our Sacred Soil" è con la successiva "Palin Genesis" che le mosse si fanno più chiare. I nostri miscelano splendidamente i riff sludge-doom con una vocalità goth-rock non tanto dissimile da quella della giovane Anneke van Giersbergen, ovviamente con le debite distanze a livello di carisma e tecnica. La formula funziona splendidamente e complice la cupezza che aleggia in tutto il disco potrebbe piacere anche ai fanatici di certo grunge apocalittico. Se solitamente in questo genere la voce è sempre al di sopra delle parti, finendo per risultare a tratti stucchevole, negli Indigo Raven è perfettamente funzionale al song-writing.
Un bel disco di culto per chi ha voglia di cercare qualcosa di diverso in una formula spesso abusata.
[Dale P.]
Canzoni significative: Nightshade Winds, Small-hearted & Blind.
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