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Premessa doverosa. I Megadeth sono stati il mio gruppo preferito per buona parte della mia gioventù. La voce di Dave Mustaine era la mia preferita e non facevo altro che ascoltare i loro dischi. Negli anni sono riuscito ad amare anche dischetti mediocri come Cryptic Writings e Risk. Dopo un greatest hits e un cambio di etichetta (dalla Capitol alla Sanctuary) i Megadeth provano a tornare ai fasti dei bei tempi andati. E che per quanto andati non torneranno più. Bisogna ammettere che c'è un sacco di mestiere in questo album. I pezzi più mosci hanno spesso un intermezzo più tirato (e già vedo il pubblico ai concerti) mentre quelli più veloci hanno spesso un ritornello melodico. Ma la costante è anche la gran classe. E' difficile che i nostri cadano sul patetico e, questo disco, per certi episodi e per la tecnica usata (come sappiamo bene i musicisti sono mostruosi), potrà soddisfare anche i fan più esigenti (che però dovranno essere consci del fatto che i veri Megadeth e il thrash in generale non torneranno più). Un disco consigliato ma non essenziale. Molti gradini sopra agli ultimi due e un bel po' sotto agli altri. Il prossimo disco potrebbe essere quello del ritorno definitivo.
[Dale P.]
Canzoni significative: Recipe For Hate, Disconnect.
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