Il punk sta finalmente vivendo una seconda giovinezza ed è tornato ad appassionare i giovani disaddattati dopo 20 anni circa in cui parlava o ai ragazzi dei collage in cerca di melodie facili e chitarre vagamente distorte o agli anziani rifugiati nel garage. Di chi è il merito? Tanti fattori ma c'è da dire che due band in particolare hanno riportato il genere tra il grande pubblico trascinando parecchie altre band dietro di loro: Turnstile e Amyl And The Sniffers. I primi hanno contribuito a far puntare i riflettori su tutta una scena hardcore giovane e vitale che prende dal noise, dall'hardcore anni 90, dall'alternative, dallo sludge in base ai gusti personali. Date un occhio al canale youtube hate5six e rimarrete sconvolti dalla quantità di ottime band documentate. Amyl ha riportato in primo piano il ruolo centrale delle donne rock. Prima trascinando i Surfbort e poi tutto il resto (Scowl, Gel, Sweat, Circe...). Dopo tutta questa premessa possiamo dire che gli Upchuck sono un po' la conseguenza di tutto ciò e per certi versi il suo superamento. Voce femminile grintosissima (e infatti messa in copertina ricoperta di sangue) e una band che flirta con l'alternative e con l'hardcore manco fossimo nel 1987. Nel songwriting di impatto si sentono echi di Jane's Addiction (band più citata nel post-Turnstile) ma anche di Soundgarden (il riff di "Wage For War" richiama "Gun") e di quelle band che ai tempi cercavano una strada alternativa ai Black Flag.
Certamente non si può parlare di capolavoro: c'è tanta confusione, poca cura verso il songwriting, tante idee buttate nel casino ma si vede in nuce quello che accadrà nei prossimi anni. L'hardcore tornerà ad abbracciare suoni più complessi e idee stravaganti senza svendersi ma questa volta sarà capeggiato da donne. Incazzate. Non chiedo di meglio.
[Dale P.]
Canzoni significative: Wage For War, Boss Up.
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