Home [ Recensioni ] News Speciali Live Reports Etichetta Negozio Radio
  [ rock ] metal punk indie experimental pop elettronica

Black Mountain - Destroyer (Jagjaguwar)

Ultime recensioni

Afsky - Om hundrede årAfsky
Om hundrede år
Acid King - Beyond VisionAcid King
Beyond Vision
Screaming Females - Desire PathwayScreaming Females
Desire Pathway
Oozing Wound - Cathers The CowardOozing Wound
Cathers The Coward
Returning - SeverenceReturning
Severence
Sandrider - EnveletrationSandrider
Enveletration
Big Brave - Nature MorteBig Brave
Nature Morte
Eunoia - Psyop of the YearEunoia
Psyop of the Year
Ciemra - The Tread Of DarknessCiemra
The Tread Of Darkness
Sisteria - Dark MatterSisteria
Dark Matter
... And Oceans - As In Gardens, So In Tombs... And Oceans
As In Gardens, So In Tombs
Show Me The Body - Trouble The WaterShow Me The Body
Trouble The Water
Upchuck - Sense YourselfUpchuck
Sense Yourself
Bríi - Corpos TransparentesBríi
Corpos Transparentes
Thank - Thoughtless CrueltyThank
Thoughtless Cruelty
Petbrick - LiminalPetbrick
Liminal
Rigorous Institution - CainsmarshRigorous Institution
Cainsmarsh
Misþyrming - Með HamriMisþyrming
Með Hamri
Ultha - All That Has Never Been TrueUltha
All That Has Never Been True
Boris - FadeBoris
Fade

Black Mountain - Destroyer
Autore: Black Mountain
Titolo: Destroyer
Etichetta: Jagjaguwar
Anno: 2019
Produzione: Stephen McBean
Genere: rock / psych / stoner

Voto:
Produzione:
Originalità:
Tecnica:




I canadesi si sono guadagnati una discreta schiera di fan nel corso di questi anni grazie ad un buon rock psichedelico in bilico tra il classico riff anni 70, synth di scuola Pink Floyd e qualche svolazzo heavy doom.

La band si presenta al nuovo appuntamento discografico orfana della cantante Amber Webber e del batterista Joshua Wells e così i Black Mountain diventano inevitabilmente ancor più McBean-centrici. Il barbuto chitarrista si fa carico praticamente di tutte le parti vocali (subentra ai cori e come seconda voce Rachel Fannan degli Sleepy Sun) e qualcosa sembra essere cambiato anche nel songwrting che vira, nelle parti più tirate, verso un sound heavy ispirato agli anni 80. Certo, rimane l'impronta psichedelica e il lavoro ai synth di Jeremy Schmidt è sempre elemento imprescindibile, ma pezzi come "Future Shade" o "Licensed To Drive" potrebbero essere usciti da un'improvvisa svolta psichedelica dei primi Iron Maiden e il tentativo non sembra perfettamente riuscito.

Il disco suona molto meglio quando si torna al classico riff hard rock come nel caso "Horns Arising", dove la chitarra di McBean ben si sposa con l'atmosfera psichedelica del brano e il gruppo si lascia finalmente andare ad una bella cavalcata elettrica.

L'album regala qualche soddisfazione qua e là, ma presenta anche momenti meno interessanti come l'intermezzo "Closer To The Edge" che non aggiunge nulla all'opera o "High Rise" dove la band sembra più attenta a pestare forte che a creare la giusta atmosfera. L'apice di un disco non memorabile si raggiunge con la conclusiva "FD'72", brano più raccolto, ispirato al miglior Bowie, dove McBean offre un'interpretazione vocale sorprendente.

In conclusione, dopo l'ottimo "IV", uscito nel 2016, era lecito aspettarsi un po' di più.

[Francesco Traverso]

Canzoni significative: Horns Arising, FD'72.

Questa recensione é stata letta 317 volte!
Voto utenti:
Vota Questo Disco:



Live Reports

30/09/2010RavennaBronson

tAXI dRIVER consiglia

 Soundtrack Of Our Lives
Behind The Music
Motorpsycho - LobotomizerMotorpsycho
Lobotomizer
Barn Owl - Ancestral StarBarn Owl
Ancestral Star
Motorpsycho - + Jaga Jazzist HornsMotorpsycho
+ Jaga Jazzist Horns
Mdou Moctar - Ilana The CreatorMdou Moctar
Ilana The Creator
Motorpsycho - Kingdom Of OblivionMotorpsycho
Kingdom Of Oblivion
Love - Forever ChangesLove
Forever Changes
Sabbath Assembly - Restored To OneSabbath Assembly
Restored To One
Hey Colossus - Dances / CursesHey Colossus
Dances / Curses
Altin Gun - GeceAltin Gun
Gece