E' un attimo. Ovvero quanto basta per premere play. Passato quell'attimo vi troverete in un punto imprecisato degli anni 90, quando il video di "Feel The Pain" era in heavy rotation su Mtv, "slacker" aveva sostituito "grunge" e l'indie rock stava cambiando forma.
J Mascis, Lou Barlow e Murph suonano di nuovo assieme, come se i quasi vent'anni dall'uscita di Bug non contassero niente. Era il 1988 e col senno del poi era impensabile che nella stessa band potessero coesistere due futuri monumenti dell'alternative rock americano.
Si cresce, si perde l'irruenza giovanile e ci si ritrova all'improvviso come se nulla fosse successo. Prima un tour di reunion, poi le ristampe dei capolavori della band e infine il disco nuovo. Che è come te lo aspetti. Scaldati gli amplificatori e attaccati i jack i nostri si lasciano andare al solito rock sgangerato e pigro, ricoperto di assoli e suoni acidi, come figli ben educati (ovvero drogati) di Neil Young.
Se la band non si fosse sciolta o Beyond fosse uscito immediatamente dopo Bug saremmo a lamentarci della qualità del disco, ma così non è stato e quindi lo accogliamo come un disco indispensabile. Indispensabile per riallacciare i rapporti con una band troppo spesso dimenticata e per riascoltare quei suoni che neanche 10 anni fa ci facevano impazzire e ora sembrano obsoleti come un disco anni 70.
Ora sono realmente dei dinosauri. Ma speriamo che questi non si estinguano mai.
[Dale P.]
Canzoni significative: Pick Me Up, Back To Your Heart, This Is All I Came To Do
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