Nino Buonocore lo conosciamo soprattutto per la sua partecipazione a qualche edizione del festival di Sanremo, e ricordiamo le sue canzoni più famose, “Rosanna” e “Scrivimi”. Canzoni dolci, melodiche e raffinate. Forse troppo melodiche per consentire a Buonocore di entrare nell’elite della canzone d’autore più titolata, forse troppo raffinate per sfondare davvero presso il grande pubblico. Ascoltando questo nuovo album (uscito nel 2004, e quindi lo stiamo recensendo con colpevole ritardo) ci si rende conto che, pur continuando per la sua strada, cioè senza stravolgere il suo modo di scrivere canzoni, Buonocore ha trovato una “terza via” tra la forma più cantautorale e la canzone melodica commerciale: il jazz, o meglio arrangiamenti in chiave jazz. Non sempre il trucco funziona, non bastano alcuni interventi realizzati in studio da musicisti tecnicamente ineccepibili per trasformare una canzone in una bella canzone, dato che spesso il prodotto finale risulta artificioso. Ma qui il risultato è davvero buono. Gli intenti sono dichiarati da subito, dato che il gruppo si presenta come “Nino Buonocore Sextet”, e vengono mantenuti anche nel contenuto. Diciotto canzoni, nove inedite e nove riarrangiate dalla band. Belli gli arrangiamenti delle canzoni vecchie, forse ancor più belle le canzoni nuove, a testimonianza di una vena creativa ancora intatta, che anzi trova nuovi stimoli grazie al supporto del gruppo che l’accompagna.
[Hectorito]
Canzoni significative: Sabbia, E Se Qualcuno Domani.
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