La nuova bomba rock'n'roll, marcia, sporca, stoner e depravata non viene dalla Svezia e nemmeno dal deserto californiano. Ma direttamente dalla nostra italietta perbenista e retrograda. Certo alla voce c'è Jacob Bredahl, singer degli Hatesphere e danese di nascita, ma poco importa. Questo "Inferno Museum" cattura chiunque gli capiti a tiro e lo prende a pugni in faccia, calci nel culo e coltellate nello stomaco per poi finire il malcapitato rompendogli una bottiglia di whiskey (vuota) sulla testa.
Il tiro della band mi ricorda dei Ten Minute Warnings un po' più grezzi, incrociati con Motorhead, Kyuss, Fu Manchu e ultimi Entombed.
"Inferno Museum" non ha un attimo di cedimento, colpisce dal primo istante e vi conquisterà con il suo carisma e la sua carica. Jacob canta con voce sporca e vissuta, le chitarre "stoner" scolpiscono riff in continuazione e la sezione ritmica incolla tutto con potenza e precisione. Ottima anche la produzione.
Una splendida sorpresa per un disco che sembra realizzato da una band con all'attivo anni di esperienza e con una lucidità espressiva rara nel nostro paese. Da supportare senza esitazioni!!
[Dale P.]
Canzoni significative: A Perfect Man, Your Savior Is Here, Who's Gonna Kill Me.
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