Che l'Italia non abbia da temere da nessuno per quanto riguarda il metal è un dato di fatto. Purtroppo certe formazioni non vanno oltre al clichè metal spesso pacchiani e poco originali.
I DGM sono ovviamente un caso diverso. Pur muovendosi in un contesto power-prog, la band si destreggia con abilità in un songwriting mai fine a sè stesso e di grande impatto.
Solo un brano ("Still Believe") non risulta lanciato a mille. Tutti gli altri abbinano potenza, tecnica e orecchiabilità come poche band riescono a fare senza sbrodolarsi in inutili tecnicismi.
La volontà di essere concisi corrisponde anche alla durata dell'album che supera di poco i 40 minuti, cosa che deluderà i fan della band (arrivati con "Misplaced" al quarto lavoro) ma che aiuta ad evitare cadute di tono.
[Dale P.]
Canzoni significative: Living On The Edge, Pride.
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