Non ho mai nascosto la mia simpatia verso i Godsmack. Nati nel momento in cui il post-grunge si mescolava con il nu-metal (Staind, Creed) incarnavano la componente più "metallica" degli Alice In Chains.
Al quarto album però, l'ispirazione della band è notevolemente calata. Dopo aver confezionato tre buoni album fatti con lo stampino (non è assolutamente un difetto) e un disco acustico passato un po' in secondo piano, la band giunge al quarto album senza molto da dire. Il classico disco per contratto. O per andare in tour.
Messa da parte l'urgenza ulcerosa in favore di midtempos di scarsa enfasi il disco perde di interesse dopo pochi minuti finendo inevitabilmente nel banchetto dei CD usati. L'ottima produzione non salva un prodotto a cui mancano le canzoni. Le idee ai Godsmack non le abbiamo mai chieste, ma se viene meno l'urgenza non resta poi molto.
[Dale P.]
Canzoni significative: The Enemy.
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