E' ironico che uno dei dischi più interessanti usciti quest'anno nel nostro stivale indie provenga da un attore. "Marti" è infatti il bravissimo attore Andrea Bruschi (segnaliamo 500!) coadiuvato da abili musicisti come Andrea Franchi, Simone Maggi, Claudia Natili, Luca Pagnotta più numerosi ospiti. La produzione di "Unmade Beds" è affidata al buongustaio Paolo Benvegniù mentre sigilla il tutto la Green Fog Records dei Meganoidi, abile a non sbagliare neanche un uscita.
Andrea Bruschi è un grande conoscitore di musica (e lo si vede spesso a Genova in giro per negozi di dischi) oltre ad essere un ottimo musicista dotato di buon gusto. Il suo esordio riesce ad essere citazionista fino al limite del plagio pur mantenendo un'identità ben precisa fatta di malinconia e semi-oscurità.
I riferimenti sono quelli dei grandi maestri vissuti tra gli anni 70 e gli 80 e formano un interessante mix di glam decadente, synth pop e venature cantautoriali. In "Unmade Beds" collidono Soft Cell, Depeche Mode, Nick Cave, Brian Ferry e David Bowie in un trip sonoro di grande efficacia.
Un disco perfetto per l'autunno, guardando dalla finestra l'avvicinarsi del gelo con la consapevolezza che proprio nelle ore più fredde saremo in giro distratti da qualche insegna luminosa di carattere lussurioso che ci porterà in qualche locale semivuoto e umido, dove poter maledire la nostra solitudine in santa pace.
[Dale P.]
Canzoni significative: September In The Rain, They're So Small.
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