Che i Narrows non siano pischelli di primo pelo non si deduce dai soli curricula dei figuri coinvolti. La scrittura solida e senza sbavature mostra una ferocia lucida sfoderata con la fine precisione di un cecchino, caratteristiche che si addicono a una band esperta.
"Painted" e' un riassunto dell'ultimo decennio post-core. Neurosis e Converge sono i padrini del sound del gruppo di Seattle, anche se echi di Norma Jean pulsano sotto i tessuti connettivi degli 8 brani in scaletta.
Le urla sgraziate e inumane di Dave Verellen, colui che violentava timpani coi Botch, trascinano verso gli inferi le chitarre al granito di Ryan Frederiksen (These Arms Are Snakes) e Jodie Cox (Tropics, Bullet Union). I Narrows macinano rabbia e masticano chiodi arrugginiti, poi rigurgitano una farraginosa miscela sul pavimento.
"Under The Guillotine" e' il battesimo nel sangue e belluino nel rallentamento metalcore, "Face Paint" e "TB Positive" sono il martellante primitivismo della vecchia scuola post-punk/hardcore. Un po' di respiro e' concesso solo in "Greenland", maestosa bradicardia in mezzo a una tortura di stridori. Cio' che pero' piu' mi convince e' "Final Mass", l'evidente prova che la lezione dei Breach e' ancora attuale, nonche' affascinante.
[Marco Giarratana]
Canzoni significative: Under The Guillotine, Final Mess, TB Positive, Greenland.
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