L’incipit dell’ultimo LP dei NOFX è incerto e quasi amaro. Proprio come la stagione volubile in cui è uscito.
“60 percent” è il pugnale con cui Fat Mike riduce a brandelli il costume delle Pop Stars. Le parole sono dirette e puntuali.
Si scagliano contro gli abusi delle celebrità musicali e l’ipocrisia che le lega ai fans (spesso considerati un “mezzo”, non un “fine”). Fat Mike si rivolge proprio a questi ultimi con l’ultima frase “You don't even know them. All you know is their money”.
Il testo è inoltre una (legittima) dissociazione da questi meccanismi “aristocratici”. Le sue parole suonano ancora più forti perché sono supportate da azioni concrete. Fat Mike (la personalità più autorevole del Punk degli ultimi 20 anni) è infatti credibile quando dice “This isn't my job, my hobby, my habit. It's sad, but this is my life.” Ha dimostrato più volte di essere “uno di noi”, spaccandosi il culo come pochi per farci conoscere delle grandissime bands (attraverso la sua Fat Wreck Chords).
Questo è il succo (amaro) di “Wolves in wolves’ clothing”. Non a caso l’ album si conclude con una reprise di “60 percent”.
Gli altri pezzi inseriti nella tracklist sono legati al classico “NOFX Stile” e alcuni di questi sono stati pescati dagli innumerevoli Ep pubblicati da un anno a questa parte (si ricordano quelli della collana “7 inch of the Month Club” e il più recente “Never Trust a Hippie”).
C’è posto anche per un sofferto addio a Derrick Plourde, l’ ex batterista dei Lag Wagon morto suicida il 30 Marzo del 2005.
Il drummer aveva abbandonato i Lag Wagon nella metà degli anni 90 e si era poi ritrovato a fianco di Joey Cape (il frontman della formazione) nel progetto parallelo che portava il nome di Bad Astronaut (i cui dischi sono usciti per la “My Records”, l’etichetta di Cape).
“Doornails” è il titolo di questo omaggio ,sincero e commosso, ad un grandissimo musicista (indimenticabili le cavalcate e le rullate del magnifico “Hoss”).
Un disco quindi non troppo allegro e ,per quanto mi riguarda, inferiore rispetto al suo predecessore “The War on errorism” (che aveva stupito non poche persone).
Forse “Wolves in wolves’ clothing” risente in parte dell’ inevitabile stanchezza dei NOFX, dopo un anno così denso di pubblicazioni e date in tutto il mondo.
Rimane comunque un buon album che ben si integra nella ricca produzione della più grande punk band della nostra generazione.
[Dani Mani]
Canzoni significative: “60 percent”, “The man I killed”, “Benny got blowed”, “Cool and unusual punishment”
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