Da questa primavera un forte passaparola (probabilmente generato dal "generatore di passaparola" delle label?) ha creato forti aspettative su questo trio di ragazze. Una bionda sexy, una moretta della porta accanto che tutti noi vorremmo come fidanzata e un'altra bionda, però racchia. Vestono a pois, rubando l'idea dell'iconografia vintage semplice e minimale ma dannatemente trendy a band come White Stripes e The Hives.
E la musica? La definirei leggera, di quella che se la suonassero i Ricchi E Poveri non avrebbe nessuna differenza e, incredibilmente, interesserebbe meno ai blogster. In realtà la pretesa delle Pipettes è un altra: riprendere il sound di band anni 60 come le Ronettes e attualizzarlo. Ovvero eliminare il wall of sound di Phil Spector, i jazzisti a fare da backing band, gli arrangiamenti colti, sbiancare i visi e diminuire le ottave di estensione delle vocalist.
I brani sono tutti orientati ai mid-tempos, tranne il caso del manifesto programmatico che apre il disco "We Are The Pipettes" in cui le nostre strizzano l'occhiolino all'electro-clash di La Tigre e poi premono il tasto per andare indietro nel tempo al periodo in cui è ambientato l'album. Seconda eccezione è il singolo "Your Kisses Are Wasted On Me" in cui le nostre rispolverano toni da Beach Boys e trascinerà in pista anche le anime più pigre...
In sostanza le Pipettes sono per la maggior parte formate da "chiacchiere e distintivo" ma potranno allietare la calda estate di chi cerca un sottofondo alternativo. I buongustai dovranno continuare ad affidarsi ai decenni passati.
[Dale P.]
Canzoni significative: We Are The Pipettes, Your Kisses Are Wasted On Me.
|