Rose Kemp, Subrosa, Sinistro, Avatarium, Emma Ruth Rundle, Chelsea Wolfe, Jex Thoth, Devil's Blood, Mansion, King Woman, Windhand, Alunah, Black Math Horseman, Lucifer, Sabbath Assembly, Witch Mountain, Louise Lemon, Anna Von Hausswolff, e potrei andare avanti ancora per un po'. La fascinazione dell'oscuro e del metal ha certamente conquistato i cuori di parecchie musiciste e altrettanti discografici, complice anche l'interesse dell'ascoltatore-tipo del Roadburn festival per le sonorità che riflettono una mutazione fra il gotico anni 90 spogliato della componente epica e innestato con il doom e lo sludge.
Shaam Larein, artista svedese di origine medio orientale, si presenta con un esordio perfetto per il genere. Riff heavy, voce evocativa, tempi doom; ricordando nei momenti più "movimentati" i Mansion, in quelli più epici i Devil's Blood. Per trovare la personalità occorre scavare in profondità dove si possono assaporare sapori "caldi" e meditativi e influenze più rock (Swans/Nick Cave).
"Sculpture" è un buon esordio di un'artista da tenere d'occhio: se saprà smarcarsi dalle influenze più palesi e saprà far emergere maggiormente il talento ne sentiremo parlare.
[Dale P.]
Canzoni significative: Aurora, Volcano, Memories.
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