Brant Bjork e Nick Oliveri erano nei Kyuss. Brant fu uno dei fondatori della band ma se ne andò a metà, Nick è stato un po' una meteora nel gruppo perchè era già ingestibile all'epoca. Sono quindi 25 anni che vivono su quel ricordo (o su quell'occasione persa) e dato che Josh Homme non ha nessuna intenzione di riformare i Kyuss si giocano tutte le loro carte a disposizione. Che poi, sia Brant che Nick hanno suonato e scritto buoni dischi in tutto questo tempo, però poi ogni 3x2 tornano lì a cercare di riesumare il nome Kyuss. Per fare soldi facili, nè più nè meno. Operazione legittima, ci mancherebbe, soprattutto in questi tempi di magra. Ma se i Vista Chino (ovvero i Kyuss meno Homme) fecero un disco tutto sommato buono questi Stoner (ovvero Brant, Nick e Ryan Gut, già batterista di Brant) non ci provano neanche. Riff banalissimi, canzoni scritte in tre minuti, registrazione povera e banali strizzate d'occhio ai fan. Basta ascoltare la tremenda "Own Yer Blues" che sembra suonata da una band di esordienti che hanno ascoltato mezza volta Blue Cheer e Kyuss e provano a replicarli con quelle due o tre conoscenze tecniche a disposizione. Non c'è vita in queste canzoni, ma solo noia mortale. E anche "Evel Never Dies" che dovrebbe essere alla "Black Flag" è spompatissima.
Un'occasione mancata che sono sicuro ci faranno dimenticare con i prossimi lavori del duo pazzarello (meglio se separati).
[Dale P.]
Canzoni significative: ...
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