Sumac sono la creatura di Aaron Turner (Isis), Nick Yacyshyn (Baptists) e Brian Cook (Russian Circles) tre personaggi apparentemente diversi ma che insieme proprio grazie alle proprie esperienze da anni creano qualcosa di inedito. Si parla di musica tendenzialmente di area drone metal, una sorta di deformazione del sound dei primi Earth, Sunn O))) e, soprattutto, Khanate. Una deformazione in cui spunta il post metal, il funeral doom e persino il free jazz. Per molti è rumore, per una nicchia di ascoltatori con le orecchie pronte è uno dei progetti più "avant" di questi anni.
Moor Mother è prima di tutto una poetessa. Poi è una persona che è in grado di influenzare la qualità di un'opera con la sua semplice presenza. Non è una gran cantante, non è una rapper: declama. Declama con gran carisma e una visione di quello che le succede intorno esemplare. E non ha paura di mettersi in gioco con alcuni dei progetti più complicati attualmente in attività: Irreversible Entanglements, Armand Hammer, Zonal, The Bug, Jerusalem In My Heart, Arooj Aftab. Solo per citarne alcuni.
In "The Film" il super gruppo immagina lo sviluppo cinematografico del disco, come fosse appunto un film. Con una narrazione, molto politica, che accompagna il suono generato da questa combo estrema. E' quindi un lavoro meno musicale del precedente "The Healer", uno degli album più belli mai usciti in ambito "drone metal". E' più vicino industriale nella forma, sempre in cerca di una provocazione sonora stridente e fastidiosa, e che non concede sconti all'ascoltatore. Ma è indubbiamente un trip interessante, inusuale e in grado di dare soddisfazioni a chi avrà la pazienza di affrontarlo.
C'è chi si aspettava di più, c'è chi ha malignamente affermato che è la peggiore collaborazione di Moor Mother: non cascateci, perchè dischi così non ne escono così tanti, anzi, direi proprio che non ne sono mai usciti. E se amate Moor riuscirete a sentire echi di ogni progetto in cui ha lavorato (ascoltate "Camera" e dite che non sono gli Irreversible Entanglements), come se in The Film la backing band si fosse messa al suo servizio. Enorme, non solo nella durata.
[Dale P.]
Canzoni significative: Scene 2: The Run, Camera.
|