Esistono decine e decine di band doom con voce femminile, ciò non vuol dire che siano abbastanza. Slow Machine vengono da San Francisco e sono fronteggiati dall'affascinante Paula, che prevedo già nei futuri speciali di Decibel dedicato alle "women in metal".
Black Tide è il loro primo EP ed è una gran bella sorpresa: la band pesta duro e propone riff che stanno a metà strada gli Yob e i Windhand ma suonati con ariosità "alternative", quasi alla Soundgarden. Non sono canzoni soffocanti e claustrofobiche ma sono inebriate da dinamismo e varietà. La voce di Paula è perfettamente adatta allo scopo: mai sopra le righe e mai forzatamente occulta, asseconda gli sviluppi della band con competenza senza eccessivo protagonismo.
E' solo l'EP d'esordio ma consiglio di "aggiungere ai preferiti" gli Slow Machine: se sapranno mantenere le premesse ci aspetta in futuro un gran primo album.
[Dale P.]
Canzoni significative: Sands, Frost.
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