Ricatti torna alla "forma-canzone" dopo un lungo periodo dedicato alla musica strumentale. Forse per sottolineare il ritorno a questa forma musicale, il brano che dà il titolo e apre questo lavoro, "Ad ore piene", è anche il più scarno a livello strumentale, con la voce accompagnata dalla sola chitarra. Essenziale e poetico, è però il brano che più evidenzia un percorso non ancora pienamente compiuto, alla ricerca di un equilibrio per ora irrisolto tra la voce e la musica. I brani più riusciti risultano essere quelli dove la forma classica cantautorale trova un felice connubio con la musica dell'ensemble, che varia da un etno - folk più "tradizionale" (che talvolta mi ricorda Riccardo Tesi e la sua Banditaliana) a suoni e toni più intimistici o sperimentali, e quando la voce, amalgamandosi con le parti strumentali, sempre sobrie e misurate, trova in esse un solido supporto. Il gruppo che accompagna Ricatti è certamente collaudato e sono ben curati gli arrangiamenti, talvolta quasi "cameristici".
In sostanza un lavoro riuscito a... tre quarti. Con Ricatti che a mio avviso deve lavorare ancora sulla sua voce per conferirle una maggiore personalità.
I brani migliori, a mio avviso: "Solo con te", dal vago gusto retrò delle canzoni dei cantautori anni '60, "Fuggiasco", con un sassofono che ricorda molto (volutamente?) quello che accompagnava Lolli in "Ho visto anche degli zingari felici" e "Cammina cammina", con gli archi che si aprono in una bella "ballata" melodica e nostalgica.
[Hectorito]
Canzoni significative: Solo Con Te, Fuggiasco.
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