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Rangda - False Flag (Drag City)

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Rangda - False Flag
Titolo: False Flag
Etichetta: Drag City
Anno: 2010
Produzione: Scott Colburn
Genere: rock / psych / sperimentale

Voto:
Produzione:
Originalità:
Tecnica:




Una delle cose belle dell'ascoltare musica e' il cosidetto "spulciare". Passare ore nei banchetti a cercare un illuminazione, magari trovando un disco che non era nella vostra wishlist ma che per qualche motivo ora diventa un imperativo possedere. Poi perdersi tra libri, riviste e siti web per trovare questo o quel progetto del batterista che suona con il chitarrista della band vicina di saletta. Oppure perdersi nei meandri dei sotto generi: ascoltare, per esempio un disco dei Master Musicians Of Bukkake, che gia' sono una band ibrida, e associare automaticamente i Sun City Girls. E chiedersi cosa stia facendo Richard Bishop. Aver voglia di quelle schitarrate e nel caso sia andato in pensione ascoltarsi i vecchi dischi. O, a sopresa, arrivare agli ASVA.

Si scopre, anche se in realta' lo si sapeva gia' ma non era ancora giunto il momento di consapevolizzarlo, che Sir Richard Bishop ha una band con Ben Chasny (Six Organs Of Admittance) e Chris Corsano (uno dei batteristi piu' incredibili attualmente in circolazione). Un progetto destrutturato e, al primo ascolto, ostico. Assoli in ogni velocita' e (a)tonalita' con la consueta' drammaticita' di Bishop fra schegge freeform, lentezze codeiniche e suoni lunghi piu' del dovuto.

Non un disco bello ma un bel progetto: Orthrelm e Flying Luttenbachers in jam con Dylan Carlson partorirebbero "False Flag". In alcuni momenti il risultato e' esattamente il rumore del traffico in una metropoli nell'ora di punta ma e' nella maggior parte del minutaggio che scopriamo improvvisazioni si sbilenche ma anche di grande fascino. Maggiormente azzeccati sono i momenti soffusi, quelli che i nostri padroneggiano con maestria, mentre le parti piu' psicotiche sanno di gia' sentito e meglio da altri prima di loro.

Difficile chiedere qualcosa di razionale all'interno dei quaranta minuti. Ma gia' il fatto che sia uscito da Drag City piuttosto che su Load o su Southern Lord lo rende ancora piu' simpatico.

Personalmente da possedere per la lunga "Plain Of Jars", per il surf a mille all'ora di "Serrated Edges" e per la cacofonica "Bull Lore". Che comunque occupano una buona percentuale del disco.

[Dale P.]

Canzoni significative: Serrated Edges.


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