Terzo disco per i Between The Buried And Me, discreta band post-hardcore-tecnico come tante dai Lethargy in poi. In questo "Alaska" la band butta in faccia all'ascoltatore tutta la propria perizia tecnica senza un grosso criterio. L'impressione dell'ascoltatore è quella di stare ad ascoltare i Dream Theater che suonano hardcore. Stessa pomposità, stesso dubbio gusto e stessa tendenza al citazionismo palese. Ecco quindi il riff death, quello thrash, quello metalcore, il passaggio alla Tool (rovinato da un falsetto finale vergognoso), la schizofrenia alla Dillinger Escape Plan. Persino l'arpeggio post-rock. Tutto amalgamato senza criterio tanto da non soddisfare nessuno se non i patiti della tecnica fine a se stessa.
Dobbiamo iniziare a temere i virtuosi anche se vengono da etichette come la Victory? Spero proprio di no.
[Dale P.]
Canzoni significative: Selkies, Roboturner.
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