Secondo disco per i giovani islandesi, chiamati a confermare quanto di buono era stato fatto con il debutto del 2015. Al primo lavoro su NoEvDia (etichetta che pubblica e vede coinvolti anche i Deathspell Omega), la band perde parte di quell'anima caotica e dissonante che aveva contraddistinto l'esordio e apre le porte a diversi momenti melodici. Si parte con due brani veloci, ma il messaggio è da subito chiaro: rispetto alla compatta colata lavica di "Söngvar elds og óreiðu" (tra i migliori dischi di genere del 2015), ora sul muro di suono risaltano le linee melodiche, come fossimo davanti a dei novelli Dissection. Forse è proprio questo a rendere il disco non eccezionale, seppur sicuramente buono; si è persa un po' per strada quell'atmosfera di oscura primordialità in cui la band sembrava dare il meglio; a questo contribuisce sicuramente una produzione che schiarisce il risultato finale e rende tutto un po' troppo pulito. Si tratta comunque di un album di valore i cui momenti migliori sono quelli dove la band schiaccia sull'acceleratore, ovvero l'accoppiata iniziale "Orgia" e "Með Svipur á Lofti", due brani in cui potenza, epicità e velocità la fanno da padrone, e soprattutto "Allt Sem Eitt Sinn Blómstraði" dove finalmente i quattro si lasciano andare e scatenano tutta la loro furia. Meno convincenti gli episodi con il freno a mano tirato come il mid tempo "Ísland, Steingelda Krummaskuð". I Misþyrming stanno forse cercando una strada propria che li metta a metà tra la genialità dissonante dei Deathspell Omega e il gusto melodico dei fratelli maggiori scandinavi. Vedremo cosa verrà fuori dal terzo capitolo della loro carriera.
[Francesco Traverso]
Canzoni significative: Orgia, Allt Sem Eitt Sinn Blómstraði, Alsæla
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