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Grails - Deep Politics (Temporary Residence)

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Grails - Deep Politics
Autore: Grails
Titolo: Deep Politics
Etichetta: Temporary Residence
Anno: 2011
Produzione:
Genere: rock / post-rock / post-metal

Voto:
Produzione:
Originalità:
Tecnica:




Questi signori hanno dato vita ad un autentico capolavoro. Senza giri di parole, senza preamboli atti solo ad allungare il sugo o a creare inutile suspence, andiamo dritti al sodo: "Deep Politics" e' un album enorme. Intenso, emotivo, toccante. Splendido. Non conosce cedimenti il flusso narrativo dei Grails, sempre piu' abili nel comporre musica dalle accentuate tinte cinematografiche. Non e' un caso che qui venga coverizzato il tema di "Tutti i colori del buio", pellicola italiana di culto del 1972: ne viene restituito un affascinante affresco morriconiano, in cui l'aspetto piu' epico e melanconico e' sottolineato con estrema maestria.

Sono americani i Grails, ma pare che qui non vogliano invischiarsi col folk della loro terra, che pure continua a sfornare meravigliosi affreschi sonori (ad esempio, il recente come-back in solitario di Josh T. Pearson, ex Lift To Experience). C'e' una forte aura europea in questo album, ancor piu' che in passato. Nello specifico c'e' tanta Italia anni '60 e tanta Francia cantautorale nelle atmosfere di "Deep Politics".

Il solenne avvio di "Future Primitive" e' sospeso nel vuoto oscillando su una chitarra vagamente post-core prima che affiorino spirali mediorientali. "Almost Grew My Hair" e "I Led Three Lives" si innalzano su climax avvincenti passando per turbinii melodici minacciosi prima, visionari e ariosi subito dopo. "Deep Snow" e' traslucida e mostra le sue venature tortuose nei brillanti arpeggi di chitarra acustica; "Corridors Of Power" e' avvolta da una patina misteriosa ed arcana.

Ma e' con la title-track che i Grails sbancano: melodia di pianoforte dalle campiture autunnali che deflagra in tutto il suo doloroso candore quando a sorreggerla sopraggiungono archi struggenti come correnti che trasportano lacrime ed eco di pianti nascosti, superando in intensita' persino i migliori Black Heart Procession.

Il post-rock, di fronte a casi come questo, non e' piu' una lingua morta adatta ai mugugni di melense copie carbone di Mogwai, Godspeed You! Black Emperor, Labradford e compagnia storica, ma trova preziosa linfa per elaborare nuovi ed interessanti sbocchi comunicativi.

"Deep Politics" e' piu' grande della serie di Ep "Black Tar Prophecies", di "Doomsdayer's Holiday" e "Burning Off Impurities", luoghi sonori dove credevamo che i Grails avessero raggiunto i vertici assoluti delle loro capacita'. Con estremo piacere, ci eravamo sbagliati.

[Marco Giarratana]

Canzoni significative: tutte

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