E' da metà anni 90 che la chitarrista Melynda Jackson sforna dischi su dischi prima con i SubArachnoid Space e ora con gli Eight Bells, band di cui è titolare. Non temete però di non aver mai sentito nè gli uni nè gli altri: la loro fama è decisamente di culto e non hanno mai raggiunto grandi platee, anzi.
Eight Bells sono la continuazione del progetto SubArachnoid Space (infatti l'ultimo disco portava proprio questo nome) e vede Melynda barcamenarsi in un songwriting molto complesso e per questo non privo di avversità. Alla lontana siamo dalle parti delle amiche Subrosa e Amber Asylum, quindi un doom metal progressivo con arrangiamenti ricchi di svarioni di vario genere. Melynda flirta con il progressive, il post metal e il black metal portando l'ascoltatore in lidi piuttosto stravaganti. La proposta però è decisamente contorta e priva di appigli per l'ascoltatore casuale che si ritrova con un mescolone non proprio fluido e non ascrivibile ad un filone preciso. Ciò non è certamente un difetto ma un avvertimento agli ascoltatori più "casuali" e con poco tempo a disposizione per affrontare un viaggio irto di ostacoli.
[Dale P.]
Canzoni significative: The Well, Premonition
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