I Franklin Delano sono tra le band più atipiche presenti nel suolo italico. Innamorati dell'alternative country, la band di Paolo Iocca ci fa immaginare che esista un deserto gigantesco al centro dell'Emilia Romagna. Sospesi tra quella musica "alternativa" che prende a piene mani dal folk rurale statunitense mescolandola con rumore, chitarre spesse e melodie sbilenche come fecero i Gun Club, come continuano ad esplorare i Wilco.
In realtà questo "Come Home" è il primo disco dei NUOVI Franklin Delano. Formazione ritoccata e allargata, ospiti importanti, produzione perfetta e internazionale, arrangiamenti ricchi e colorati. C'è chi storce il naso di fronte a tanta opulenza, come se i nostri fossero diventati una band pomp-rock (ma dove??), in realtà "Come Home" è il disco della maturità artistica, di cui i musicisti devono andare fieri per aver realizzato un prodotto pregno di sfumature e intuizioni degno di sfidare prodotti "made in USA".
Auguro ai Franklin Delano di trasferirsi negli Stati Uniti per guadagnare una vera reputazione tra le band del genere. Ora come ora rimangono una strana entità guardata con sospetto dal prevenuto pubblico tricolore e non se lo meritano proprio...
[Dale P.]
Canzoni significative: No Man's Land, Eight Eyes.
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