Come mai vi tocca sorbirvi una recensione di un imbalsamato rocker che riempie le pagine delle riviste metal e che non viene cagato minimamente dal resto del mondo?? Per un paio di motivi che nel corso della recensione vi illustrerò.
Innanzitutto se volete ricordarvi chi sia il suddetto personaggio andate in un sito qualsiasi (metal ovviamente) e rinfrescatevi la memoria. Eggià, lo chiamano pure "La voce del rock".
In realtà questo disco offre vari spunti di conversazione non male. Ascoltandolo vi ritroverete a parlare di Audioslave, Red Hot Chili Peppers e Jane's Addiction. Ovvero il trio scoppiato per eccellenza della musica alternativa moderna. Ascolterete "Soul Mover" e penserete: è così che suoneranno Tom Morello e co fra una decina di anni??
Si, questo disco è interessante perchè ci fa riflettere su tutto quello che non è rock, oppure quello che il sottoscritto non reputa come rock. Riff banali, ritornelli orecchiabilissimi, strofe ruffiane, assoli strappalacrime, rullate perfette sui momenti enfatici e altre amenità. Il genere suonato dal nostro ex Purple è in questo disco, quanto sia più vicino agli Audioslave sia mai stato creato.
La cosa non venga vista come una bestemmia per gli estimatori di Hughes (che comunque non sarà "La" voce del rock ma ci si avvicina parecchio) ma bensì come un insulto a Chris Cornell e co, ridotti a suonare come un 50enne che la storia la fa da 30 anni. Ed è bello vedere come Chad Smith e Dave Navarro si parano il culo suonando in questo disco cercando di riparare un debito che va avanti da tanti anni...
A Glenn, comunque, va tutto il nostro rispetto per portare avanti un progetto che purtroppo per lui rimarrà nelle pagine popolate da gentaglia con capelli lunghi, borchie e nomi ridicoli a cui basta l'assolo di chitarra giusto per esaltarsi.
Povero lui, avesse un agenzia stampa diversa potrebbe farsi i miliardi come gli Audioslave o i Velvet Revolver...
...ma loro quando avranno 50 anni non suoneranno certamente così vivi....
[Dale P.]
Canzoni significative: Miss Little Insane.
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