Home [ Recensioni ] News Speciali Live Reports Etichetta Negozio Radio
  [ rock ] metal punk indie experimental pop elettronica

Sigur Ros - Með Suð I Eyrum Við Spilum Endalaust (EMI)

Ultime recensioni

Pelican - Flickering ResonancePelican
Flickering Resonance
Pyramids - PythagorasPyramids
Pythagoras
Messa - The SpinMessa
The Spin
Year Of The Cobra - Year Of The CobraYear Of The Cobra
Year Of The Cobra
Rwake - The Return Of MagikRwake
The Return Of Magik
Sumac - & Moor Mother - The FilmSumac
& Moor Mother - The Film
Mizmor - & Hell - AlluvionMizmor
& Hell - Alluvion
Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs - Death HilariousPigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs
Death Hilarious
Kuunatic - Wheels Of OmonKuunatic
Wheels Of Omon
Scimitar - Scimitarium IScimitar
Scimitarium I
Gin Lady - Before The Dawn Of TimeGin Lady
Before The Dawn Of Time
Mantar - Post Apocalyptic DepressionMantar
Post Apocalyptic Depression
Lambrini Girls - Who Let The Dog OutLambrini Girls
Who Let The Dog Out
Dax Riggs - 7 Songs For SpidersDax Riggs
7 Songs For Spiders
Sunrot - PassagesSunrot
Passages
Ethel Cain - PervertsEthel Cain
Perverts
Brume - MartenBrume
Marten
Generation Of Vipers - Guilt ShrineGeneration Of Vipers
Guilt Shrine
Föhn - CondescendingFöhn
Condescending
Full Of Hell - & Andrew Nolan - Scraping The DivineFull Of Hell
& Andrew Nolan - Scraping The Divine

Sigur Ros - Með Suð I Eyrum Við Spilum Endalaust
Autore: Sigur Ros
Titolo: Með Suð I Eyrum Við Spilum Endalaust
Anno: 2008
Produzione: Flood
Genere: rock / post-rock / indie

Voto:



"Con un ronzio nelle orecchie suoniamo all'infinito". Ecco, bastano queste parole (traduzione del titolo del nuovo album) per capire qualcosa di piu' del mondo Sigur Ros. Qualcosa di piu' sul perchè questa band islandese sia unica al mondo.

L'alone di meraviglia che circonda questi ragazzi, rende ogni cosa prodotta, ogni concerto suonato, un piccolo capolavoro.

Negli ultimi anni la carriera dei Sigur Ros ha subito un ulteriore impennata in termini di popolarità, ma, fortunatamente, la magia della loro musica e la loro credibilità artistica sono rimaste intatte.

Sin dalla copertina, l'atmosfera è eterea, gioiosa, ma anche un po' scanzonata, e questa e' una piacevole novità; ed e' proprio l'apertura verso sonorità piu' leggere, ma sempre sognanti, verso un ritmo, a tratti incalzante, che caratterizza l'avvio del disco. Ne sono esempio "Gobbledigook" che apre il lavoro con un intreccio di voci, percussioni e battimani per un'atmosfera quasi latineggiante (!), e la splendida "inní mér syngur vitleysingur", con una parte centrale in crescendo da mandare i posteri.

In questi primi passi che muoviamo dentro al disco si trovano influenze nuove, forse semplicemente legate al fatto che questo è il primo album della band a non essere stato registrato esclusivamente in Islanda; si tratta di un lavoro meticcio infatti, nato tra la loro terra natia, Londra, New York e, udite udite, Cuba.

E le atmosfere lente e rilassate, gli spazi sonori dilatati, dove sono finiti? Arrivano e permeano gran parte del resto del disco. Dall'acustica e dolce "góðan daginn", all'incedere sospirato di "með suð í eyrum", sino al capolavoro dell'intero album, "festival": 9 minuti che si snodano tra la magnifica voce di jón þor birgisson, appoggiata su sonorità lievi ed evocative, ed un'esplosione sinfonica da brividi che ricorda i tempi mitici di "Mellon Collie and the Infinite Sadness" degli Smashing Pumpkins; questo brano rimarrà tra i migliori di sempre del repertorio della band.

Ancora piano e voce per la commovente "ára bátur", registrata live negli storici Abbey Road studios con tanto di orchestra, che si chiude con un coro di voci femminili intrecciato ad una nuova emozionante esplosione di archi e fiati.

Ci avviamo alla fine di questo viaggio attraverso la musica dei ghiacci, attraverso la miglior colonna sonora per immaginare o godere di paesaggi desolati, intimi, per coltivare momenti di piacevole e incantata solitudine. E proprio sul finire troviamo il primo brano nella storia dei Sigur Ros cantato in lingua inglese, "All alright", un pezzo appena sussurato, degno epilogo del lavoro.

In definitiva, si tratta di un altro ottimo disco di questi ragazzotti venuti dal freddo; a tratti si sfiora la meraviglia e, in ogni caso, queste canzoni saranno degna cornice per le giornate invernali in arrivo.

[Francesco Traverso]

Canzoni significative: "inní mér syngur vitleysingur", "við spilum endalaust", "festival".

Questa recensione é stata letta 3804 volte!
Voto utenti:
Vota Questo Disco:


Altre Recensioni

Sigur Ros - Hvarf/HeimSigur Ros
Hvarf/Heim
Sigur Ròs - TakkSigur Ròs
Takk

NEWS


17/03/2006 Tornano In Italia

tAXI dRIVER consiglia

LL'Altra
In The Afternoon
Karate - Cancel/SingKarate
Cancel/Sing
Yuppie Flu - Days Before The DayYuppie Flu
Days Before The Day
Grails - Anches En MaatGrails
Anches En Maat
Red Sparowes - At The Soundless DawnRed Sparowes
At The Soundless Dawn
Red Sparowes - Every Red Heart Shines Toward the Red SunRed Sparowes
Every Red Heart Shines Toward the Red Sun
Nadja - AutopergameneNadja
Autopergamene
Don Caballero - What Burns Never ReturnsDon Caballero
What Burns Never Returns
65 Days Of Static - The Fall Of Math65 Days Of Static
The Fall Of Math
Really From - Really FromReally From
Really From