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Big Special - Postindustrial Hometown Blues (So Recordings)

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Big Special - Postindustrial Hometown Blues
Autore: Big Special
Titolo: Postindustrial Hometown Blues
Anno: 2024
Produzione: Michael Clarke
Genere: rock / post-punk / alternative

Voto:
Produzione:
Originalità:
Tecnica:




Negli anni 90 odiavo quel trend tipicamente inglese che sfornava band su band ogni settimana, spesso non in grado neanche di arrivare al primo disco che erano già passate di moda. Al contrario cerco di non perdermele adesso perchè fra tanti cloni di cloni c'è sempre qualcosa di buono. Bisogna schivare l'hype e i facili entusiasmi e, soprattutto, i criticoni che dicono "eh mai Jesus Lizard", "eh ma i Fall" senza neanche accorgersi che il genere è andato avanti. E comunque non mi lamenterei di certe influenze.

Ad esempio questi Big Special dovrebbero colpire già al primo posto. Sono in due, Joe Hicklin (voce) e Callum Moloney (batteria) ma immagino suonino un po' tutto. Sebbene l'inizio di "Black Country Gothic" sembrerebbe metterli nel campionato Sleaford Mods è con il ritornello che ci accorgiamo di avere tra le mani qualcosa di speciale: il cantante ha una gran voce e adora cantare. Finalmente. E' proprio la sua voce a far la differenza e portando il sound della band a spasso per il mondo. Si sentono echi di Rollins Band, Strokes, Bruce Springsteen, Sex Pistols, Idles ma senza risultare dei cloni. Inutile dire che sebbene verso la fine si senta un po' di stanchezza (anche se ci tirano su con un po' di rumorazzi e incazzatura alla Benefits) il disco è stracolmo di ottime canzoni che valgono più di un repeat.

Assieme agli English Teacher la sorpresa post-punk del 2024.

[Dale P.]

Canzoni significative: Black Country Gothic, Desperate Breakfast.


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