A venti anni di distanza da "Beautiful Disease", Duff McKagan si regala il terzo disco solista di una carriera varia e indubbiamente fortunata. Era lecito non aspettarsi molto da un disco uscito piuttosto in sordina eppure in "Tenderness" ci sono tante belle canzoni, ispirate dalla tradizione del rock intimista americano, quello che si può riprodurre anche solo con chitarra acustica e voce. Le atmosfere country folk rimandano ai dischi più raccolti di Neil Young ("It's Not Too Late") e il tutto è suonato con semplicità e convinzione, grazie anche alla partecipazione all'intera opera dell'artista country Shooter Jennings. Altro ospite d'eccezione è il cantautore Jonathan Wilson (presente su tre brani) che regala un bel solo a "Feel". Se le canzoni sono semplici e tradizionali, gli arrangiamenti sono comunque sapientemente curati e arrichiti da inserti di archi, fiati e cori ("Wasted Heart") e quello che sorprende è la prestazione vocale di McKagan non tanto per virtuosismi che ovviamente non ci sono, ma per il fatto di riuscire ad interpretare con efficacia il ruolo di cantastorie.
Tra una pedal steel e una ballata al piano (merita una citazione la title track) le undici canzoni scorrono via e ci si lascia cullare volentieri dall'animo nostalgico e tenero di questo disco, semplice ma sentito e, a suo modo, di classe.
[Francesco Traverso]
Canzoni significative: "Tenderness", "Last September","Feel".
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