C'è stato un periodo in cui i Giardini Di Mirò sembravano una specie di miracolo. Tra i primi ad avere riferimenti affini a quello che stava accadendo nel mondo, quando in Italia sembrava che l'alternativa fossero Afterhours e Marlene Kuntz.
Stregando il pubblico con "Rise And Fall Of Academic Drifting" sono diventati il nome tutelare della produzione post di casa nostra. Se non fosse che arrivata l'era di internet tutti o quasi li hanno successivamente bollati come cloni dei Mogwai.
Con ragione o meno analizziamo due cose: all'epoca il suono Mogwai era veramente "post", una sorta di avanguardia in grado di scardinare le normali regole del rock. Ma soprattutto, in quegli anni, erano più o meno 10 le band che suonavano così.
Con l'uscita di "Punk Not Diet" la band si è scontrata con il totale disinteresse, causato dalla caduta del genere. Mancanza di entusiasmo dettato dalla volontà della critica di sdoganare l'ennesimo, inutile, trend.
Siamo nel 2007 e i Mogwai li puoi sentire pure nel disco di Justin Timberlake. Tutti coloro che ipotizzavano la fine del "post" si sbagliavano, e finalmente il genere è riuscito a far progredire il "rock". E non solo quello.
Tutta questa premessa per giustificare una band che non si è mai arresa, ha continuato a macinare kilometri su e giù per l'Europa, flirtando con band e suoni, diventando in pratica un nome tutelare del genere.
"Dividing Opinions" ci riconsegna una band con molto da dire.
A parte l'inizio della title-track, secco e dissonante rispetto alle atmosfere del disco, siamo su coordinate di grande suggestione e fascino. Una sorta di asse Blonde Redhead, Mogwai e 65 Days Of Static.
I primi per l'apertura a melodie quasi pop, gli scozzesi per le chitarre sognanti suonate un po' a mandolino, e i 65 Days Of Static per l'uso di elettronica discreta, beat e glitch.
Il disco scorre fluido e urgente quasi fosse un opera prima ma è anche maturo e consapevole come una band ricca di esperienza. "Dividing Opinions" forse non sarà un disco "avanti" ma è perfettamente a tempo con il 2007. E di questi tempi non è poco.
[Dale P.]
Canzoni significative: Cold Perfections, Embers.
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