Non avevo mai approfondito la conoscenza di Richard Dawson, strampalato cantautore di Newcastle upon Tyne. E probabilmente ho fatto male: il suo approccio freak è originale e ricco di spunti interessanti. Questa collaborazione con i finlandesi Circle inizia pre pandemia e poi si è pian pianino sviluppata con demo, scambi e infine una vera e propria registrazione collettiva.
I Circle sono una band che dal 1991 ad oggi ha pubblicato una cinquantina di album senza appartenere ad un genere definito: hard rock, metal, psichedelia, kraut rock sono i canovacci principali ma è impossibile trovare un disco uguale all'altro.
E, ovviamente, non fa eccezione questa collaborazione, slegata musicalmente dal background musicale di entrambi e quindi perfettamente inserito nella loro variegata discografia. Di cosa tratta "Henki"? Tematicamente parlando di piante rare e di storie legate ad esse. Musicalmente siamo dalle parti dell'art-folk acido, screziato con il kraut e con l'hard rock.
A fare da padrone è la vocalità straripante di Richard che passa senza vergogna da una tonalità all'altra senza disdegnare falsetti estremi. Vocalità che potrebbe essere uno scoglio per l'ascoltatore in cerca di qualcosa di più regolare ma che dona particolarità e originalità e soprattutto linee vocali "epiche" che mi hanno ricordato il pomp rock di Chris De Burgh o di Meat Loaf. Ma, ad onor del vero, sebbene siamo totalmente immersi negli anni 70 più stravaganti (Comus su tutti) l'approccio non è tanto lontano da quello dei Motorpsycho più freakettoni.
Non il disco imperdibile da mostrare con fierezza nelle liste di fine anno ma più verosimilmente il regalo ideale per sorprendere lo zio o il papà amante degli anni 70.
[Dale P.]
Canzoni significative: Ivy, Silphium.
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